In questo ultimo periodo ne abbiamo sentite di ogni tipo sulla scelta fatta dalla quasi totalità delle OO.SS. di mensilizzare, a partire da gennaio 2024, l’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale moltiplicata per 6,7 per le quali rimandiamo alla lettura del comunicato del 9 novembre (gioco delle tre carte).
In quel comunicato esprimevamo in maniera chiara e trasparente quali fossero le ragioni che ci avevano portato a quella scelta: nulla di così impossibile da comprendere da parte di chi siede attorno al tavolo sindacale.
A distanza di settimane, ora arriva anche l’INPS a supportare quelle medesime valutazioni e a rafforzare la convenienza del pagamento mensilizzato attraverso il messaggio n. 4191 del 24 novembre u.s. (che ad ogni buon fine si allega).
Infatti, non solo viene confermato che l’incremento dell’indennità di vacanza contrattuale non rileva ai fini della corresponsione del cd. cuneo fiscale a prescindere dalla modalità di erogazione, ma addirittura sostiene che in caso di pagamento in un’unica soluzione dell’incremento il predetto beneficio non potrà essere operato e quindi dovrà essere applicata la contribuzione piena.
Ad ulteriore supporto, è intervenuto anche il Sole24Ore con un articolo dal titolo “PA, niente taglio al cuneo fiscale sull’anticipo di dicembre” (anche questo in allegato) che spiega in maniera ancora più chiara il complesso meccanismo sottostante a quella che è una classica norma spot del governo: altro che aiuto alle famiglie!!!
Quindi alle scriventi sembra di tutta evidenza da quale parte sta la verità. Ad oggi, come al tavolo, la situazione appare chiara e limpida. E non lo diciamo solo noi che nei comunicati altrui veniamo tacciati di essere superficiali, poco attenti o peggio impreparati, ma i tecnici dell’INPS (questa volta dell’INPS!) e gli esperti del Sole 24 Ore. Mica pizza e fichi come si dice a Roma!
Ecco perché respingiamo con forza al mittente quei termini e quelle allusioni circa un nostro presunto silenzio per mancanza di argomenti.
Tutto questo quadro conferma la correttezza delle scelte adottate; abbiamo deciso nell’esclusivo interesse dei lavoratori e delle lavoratrici, pur sapendo che non avremmo potuto idealmente accontentare tutti e che la posizione di quanti avrebbero voluto il “tutto e subito” rimane legittima seppur sfavorevole sotto il profilo fiscale/contributivo. Quello che invece condanniamo senza sé e senza ma è l’utilizzo strumentale, a meri fini propagandistici da parte di qualche sigla sindacale, di una decisione assunta democraticamente e legittimamente condivisa ad un tavolo nazionale dalla quasi totalità delle OO.SS.
D’altronde se si decide di collocarsi in modalità “stampella del governo” non sempre la propria finalità coincide con gli interessi e la difesa dei lavoratori e delle lavoratrici, fino addirittura a derogare alla propria funzione arrivando a dividere i lavoratori e le lavoratrici attraverso un sondaggio su mera ed unilaterale interpretazione. Un sondaggio che, lasciatecelo dire, definire demagogico e scorretto, è un atto di vera signorilità: a chi sarebbero andati i 1000 Euro lordi (che guarda caso non era stato detto!) se non solo ed esclusivamente agli apicali della vecchia area C?
A nostro avviso, la difesa dei lavoratori si basa principalmente sulla capacità di non creare pretestuose spaccature e divisioni, utilizzando argomenti goffi e divisivi.
L’unità dei lavoratori e delle lavoratrici è un bene supremo che va ben al di là delle pur legittime differenti visioni in capo ad ogni singola sigla sindacale.
L’unità, quella che ci ha permesso di dare risposte attese da troppo tempo non andrebbe mai sacrificata, tanto più per un volgare “spottone” al governo di turno!
FP CGIL UILPA USB PI
Mercanti Paglia Mencarelli