“Ieri sera, presso la Casa Circondariale di Trapani nel reparto ‘Tirreno’ situato al primo piano del penitenziario intitolato a “Pietro Cerulli”, i detenuti hanno devastato la Sezione detentiva dove sono ristrette le persone già raggiunte da provvedimenti di “Ordine e Sicurezza” e quindi che hanno già commesso violenze e danneggiamenti in altre carceri. Hanno scardinato i cancelli devastando tutto il resto e si sono asserragliati all’interno mettendo davanti il cancello d’entrata della Sezione le brande di ferro, e legando il cancello con i lenzuoli. Per impedire l’intervento della Polizia Penitenziaria, i detenuti hanno gettato acqua insaponata e olio sui pavimenti.”
A riferirlo è Alfio Giurato della FP CGIL Polizia Penitenziaria Sicilia: “Dopo vari tentativi del direttore e del Comandante di Reparto per riportare la calma, soltanto alle prime luci dell’alba i detenuti hanno desistito dalla loro condotta e hanno riferito che questo atto lo stavano compiendo per essere trasferiti altrove. La Sezione detentiva ormai sarà chiusa in attesa di ripristinare tutti le strutture e i servizi devastati.
“L’episodio di violenza messo in atto ieri notte dai detenuti del carcere di Trapani, sottolinea ancora una volta le difficoltà e i rischi che il personale penitenziario affronta quotidianamente nell’adempimento del proprio dovere – afferma Mirko Manna della FP CGIL Nazionale che ribadisce – l’importanza di implementare misure concrete per garantire la sicurezza dei lavoratori in servizio nelle carceri italiane 24 al giorno, 365 giorni l’anno”.
“Il Sindacato invita le istituzioni competenti, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo, a rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto alla violenza all’interno delle strutture penitenziarie, promuovendo la formazione specifica del personale e fornendo adeguati strumenti di protezione individuale. È fondamentale che gli operatori penitenziari possano svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro e protetto, al fine di garantire la riabilitazione dei detenuti e il mantenimento dell’ordine all’interno dei penitenziari”.