Agenzia delle Entrate – Comunicato R.S.U della Direzione Provinciale di Ravenna

18 Luglio 2011

Comunicato R.S.U della Direzione Provinciale di Ravenna

 

Comunicato R.S.U della Direzione Provinciale di Ravenna

Per affermare il valore della legalità, la Direzione Regionale dell’Emilia Romagna ha messo in atto un’assurda operazione, a tutela dell’immagine e credibilità dell’Agenzia, che riguarda il controllo sui casi di incompatibilità e conflitto di interesse.
Dopo aver richiesto a tutti i dipendenti una dichiarazione sull’esistenza di possibile conflitto dovuta ad un parente che eserciti in proprio ovvero alle dipendenze di società, associazioni o enti di qualsiasi natura, attività economico professionali, quali, in particolare , avvocato, dottore commercialista, ragioniere, perito commerciale e consulente del lavoro, la Direzione ha individuato, senza alcun confronto con le organizzazioni, limitandosi alla sola informazione, alcune soluzioni organizzative.
Fra le soluzioni si passa dalla totale emarginazione lavorativa del dipendente, al quale vengono precluse la maggior parte delle attività professionali esistenti nell’Agenzia, al cambio di sede, con gravi conseguenze sulla qualità della vita nonché pesanti problematiche famigliari.
Quello che viene chiamato potenziale conflitto diviene una sorta di marchio di inaffidabilità, una messa sotto tutela che sul piano psicologico ha effetti devastanti.
Il tutto non viene supportato giuridicamente dalle disposizioni in materia, a partire dal C.C.N.L. delle Agenzie per arrivare al Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni ed al Regolamento per l’autonomia tecnica del personale delle Agenzie fiscali.
Infatti, le posizioni di potenziale conflitto vengono regolamentate con l’obbligo di astensione del dipendente dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri o di suoi parenti entro il quarto grado.
In nessun caso si dispone sulla incompatibilità della funzione, individuandosi nella astensione dalla pratica l’ obbligo morale e comportamentale del dipendente.
Lo zelo della Direzione Regionale si spinge sino ad individuare come situazioni di conflitto quella di un parente che lavori alle dipendenze di studi o associazioni con qualifiche esecutive, come se rispondere al telefono o essere addetto alla contabilità interna, costituisca un grave pericolo per l’attività dell’Agenzia.
Quanto sopra viene ritenuto dai dipendenti una grave lesione della dignità della persona in quanto, per chi coinvolto, pone la parola fine alle aspirazioni di carriera o, in alternativa, l’esilio dal proprio posto di lavoro.
Ciò che viene definito come un evento potenziale si trasforma, come sopra affermato, in un marchio di inaffidabilità che comporta per il dipendente, nelle migliori delle ipotesi, una sorta di regime di libertà vigilata.
La procedura posta in essere, poi, risulta priva di criteri di trasparenza per cui non è dato sapere se ad eguali situazioni di potenziale incompatibilità corrispondano eguali soluzioni organizzative.
La RSU ritiene importante che l’Agenzia si sia dotata di un codice di comportamento e il rilevamento delle possibili posizioni di conflitto non è stato osteggiato dalle forze sindacali, ritenendosi un dovere comunicare all’amministrazione tali situazioni, ma l’utilizzo che ne viene fatto in Emilia e Romagna va oltre gli scopi che le norme in argomento si sono prefissati.
E’ per questo che si invitano tutte le Rsu della Regione a manifestare il loro dissenso e le organizzazioni sindacali ad adoperarsi per aprire un tavolo di trattativa nazionale che dia soluzioni organizzative rispettose della dignità dei dipendenti che, come premio del raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati, hanno ottenuto la qualifica di ” fannulloni!”, tagli del salario accessorio e blocco dei contratti per quattro anni e, per finire, questa assurda procedura che, pur se coinvolgente un numero contenuto di dipendenti, risulta lesiva di diritti fondamentali della persona che non può essere accusata di nulla se non in presenza di illeciti.

                                                                                            La RSU della D.P. di Ravenna

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