Giustizia Minorile: Lettera al Ministro Angelino Alfano

18 Luglio 2011

Lettera al Ministro Angelino Alfano

Roma, 20 Settembre 2010

Al Ministro della Giustizia
On. Angelino Alfano

 
 

Signor Ministro,

da notizie ufficiose ma attendibili si apprende che il Dpr sulla giustizia minorile, già annunciato nel 2008 e poi accantonato anche per le critiche ricevute da operatori del settore ed esperti, nonché dallo stesso capo del dipartimento e dai dirigenti, sarebbe attualmente in fase di ultima redazione presso gli uffici del Ministero.

Si apprende altresì che:

 
  • contravvenendo alle assicurazioni all’epoca pubblicamente fornite dal Ministro circa il recepimento di quelle osservazioni critiche, il testo non si discosterebbe sostanzialmente dalla precedente versione, in particolare nel punto in cui verrebbero eliminate e/o frammentate tra gli organi degli altri dipartimenti esistenti le funzioni della giustizia minorile, col risultato che una materia sino ad oggi organizzata e gestita unitariamente sarebbe adesso “governata” da ben tre dipartimenti;
  • che ciò configurerebbe a dir poco un esempio unico di irrazionalità organizzativa ed amministrativa, con inevitabili inefficienze e maggiorazioni di spesa, ostacolando in modo decisivo lo svolgimento delle specifiche funzioni della giustizia minorile;
  • che l’autonomia di tali funzioni si radica in una concreta e evidente specializzazione, a sua volta avvalorata da una lunga tradizione virtuosa, affrancatasi nel tempo dalle culture carcerarie nel nome della peculiarità dei soggetti (i detenuti minori) al centro dell’attività dell’amministrazione;
  • che l’esigenza di tale specializzazione viene unanimemente riconosciuta a livello nazionale e internazionale da tutti gli esperti del settore e che anzi alcuni aspetti importanti della gestione trattamentale intra ed extracarceraria del minorile costituiscono esempi significativi di innovazione in merito alla giustizia ripartiva o all’ipotesi di introdurre, anche nel mondo della giustizia ordinaria, la “messa in prova”;
  • che pertanto gli istituti penali nel minorile, le comunità, i centri di prima accoglienza e gli uffici di servizio sociale devono, per la loro spiccata specialità, continuare a mantenere una linea di comando unica, facente capo a un Dipartimento della giustizia minorile;
  • che, se proprio si vuole risparmiare, si può in via subordinata e con sacrificio comunque accettare l’idea di ridurre da tre a due le direzioni generali, accorpandone le funzioni, ma si deve al tempo stesso mantenere il decentramento oggi in atto, al quale corrispondono risparmi sicuri, essendo questo decentramento basato su uffici dirigenziali di livello non generale;
  • se non ritenga il Ministro, tenendo conto delle molte critiche a suo tempo ricevute e delle specifiche caratteristiche della materia, la quale richiede d’essere organizzata con strutture autonome e sulla base di una forte specializzazione delle funzioni e del personale, di dover recedere dal progetto in corso di definitiva elaborazione e di dover riformulare la riforma nel pieno rispetto dell’autonomia della giustizia minorile.
 

Distinti saluti.

                                                                                    Per la Segreteria Nazionale FP CGIL 
                                                                                                    Antonio Crispi


 
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