Da oltre due settimane i Vigili del Fuoco del Comando di Reggio Calabria sono impegnati con decine di interventi giornalieri, anche di notevole entità, e distribuiti su tutto il territorio metropolitano.
Villa San Giovanni, Campo Cabro dove ha preso fuoco il deposito di rottami “La Valle”, Sambatello, Archi, Monastero di Ortì, Mosorrofa, Vito, Eremo, per non parlare della zona montana, è di ieri la notizia dell’evacuazione del territorio di Cardeto su disposizione del Sindaco. L’Aspromonte ha ripreso a bruciare, diversi i territori del Parco Nazionale coinvolti, con il terrore che si possano ripetere gli scenari del 2021, sulla jonica la situazione non è migliore, anzi.
A combattere questo “mostro” attualmente presso il Comando Provinciale VVF di Reggio Calabria mediamente vi è una sola squadra operativa, con qualche rincalzo, ed una sola squadra boschiva (da dedicare esclusivamente all’incendio di bosco) supportate ,durante il giorno, da 2 Canadair e due elicotteri come flotta aerea, per una popolazione di circa 183000 persone nel solo comune di Reggio Calabria. I distaccamenti non stanno meglio, garantire una squadra operativa al completo per ogni turno rappresenta un miracolo, spesso distogliendo personale dalla sede centrale o da altre sedi limitrofe per garantire le assenze.
La notte del 23 luglio è stata dichiarato la stato d’emergenza con l’invio di mezzi ed uomini della colonna mobile da Lazio, Campania, da Crotone e dalla vicina Messina per cercare di fronteggiare una situazione sempre più grave.
Il personale è al limite psico fisico(è di soli pochi giorni fa la notizia del Presidente Occhiuto che , su suggerimento della CGIL, interrompeva il lavoro, in determinati ambiti, nelle ore più calde del giorno), ciò ovviamente non vale e non può valere per i VVF, che ricordiamo non essere supereroi, ma semplici esseri umani che soffrono come altri le eccessive temperature, che si disidratano molto più degli altri, che hanno bisogno di consumare almeno un pasto ogni 12 ore , e “quando possibile”, per riprendersi, di riposare…..
Il problema più grave è dato dalla ormai cronica carenza di personale, nel solo 2023 sono fuoriusciti dal ruolo di vigile del fuoco ben 9 unità per promozione alla qualifica di ispettore antincendio, attualmente, 10 unità con qualifica vigile coordinatore stanno frequentando il corso da capo squadra, quindi non operativi, ancora, da inizio anno ben 6 colleghi hanno avuto la fortuna di raggiungere l’agognato pensionamento. Ben 16 unità in meno nel dispositivo di soccorso e 9 attualmente, in qualità di ispettori antiincendio, non possono essere inseriti nelle squadre “operative”. Se ci aggiungiamo le unità in malattia, gli infortuni che si moltiplicano in questo durissimo periodo e i vigili con limitazioni fisiche riconosciute è facile comprendere come i capi turno debbano avere doti da veri e propri prestigiatori per riuscire a costruire, giornalmente, un dispositivo di soccorso che raggiunga i limiti minimi previsti per legge, ed a volte neanche quelle.
La popolazione deve comprendere che, spesso, quando il fuoco si avvicina pericolosamente alle proprie abitazioni, si rimane bloccati dentro un ascensore a 45°C, o chiusi fuori di casa per aver dimenticato le chiavi, o , peggio, incastrati tra le lamiere di un incidente stradale ed i vigili del fuoco tardano ad arrivare non è per mancanza di volontà o sciatteria, bensì perché l’emorragia di personale e le gravi conseguenze ad essa connessi sono ormai oltre il limite dell’accettabile, in queste condizioni è solo per l’abnegazione e lo spirito di sacrificio dei pochi vigili del fuoco rimasti che affrontano turnazioni pesantissime(anche 24 h consecutive), sacrificando il proprio piano ferie e rischiando giornalmente di farsi male, che il servizio viene comunque reso e la popolazione garantita.
La FP CGIL non può che essere al fianco dei Vigili del Fuoco che rappresentano un’eccellenza del servizio pubblico e che devono avere maggiore attenzione da parte del proprio Dipartimento, a partire da un piano straordinario di assunzioni di personale giovane e preparato e da maggiori garanzie e diritti, quali la copertura Inail ed il riconoscimento delle malattie professionali”. Lo afferma una nota del Segretario Generale Funzione Pubblica CGIL Reggio Calabria, Francesco Callea