25 Maggio 2023
“Da anni sosteniamo che l’aumento esponenziale delle domanda di protezione internazionale dovrebbe essere affrontato in maniera organica dal Governo e dal Ministero dell’Interno, prevedendo un incremento di personale qualificato con competenze specifiche e con adeguato supporto amministrativo. Invece, con le modifiche al DL 25/2088 apportate dal decreto legge 10 marzo 2023 n. 20 (cosiddetto Decreto Cutro) si prefigurano importanti ricadute sul servizio e sui lavoratori. Dopo aver inutilmente richiesto al Ministero dell’Interno la convocazione di un incontro sulle preoccupanti ricadute sui lavoratori e sul servizio derivanti dalle modifiche apportate al D.L, la FP CGIL ha proclamato lo stato di agitazione del personale”.
Lo scrivono in una nota Anna Andreoli e Adelaide Benvenuto.
“Le modifiche apportate al D.L. 25/2008 prevedono l’immissione nelle Commissioni di personale formato in materia di protezione internazionale successivamente all’ingresso in ruolo nel Ministero. Tale previsione – spiegano – può comportare la possibile dequalificazione dell’attività svolta dalle commissioni territoriali e del ruolo dei funzionari assunti per l’esercizio di funzioni di carattere specialistico; una sovrapposizione di ruoli e competenze nella procedura di riconoscimento della protezione internazionale; una svalorizzazione delle capacità e professionalità acquisite e messe in atto al servizio della collettività. Tale preoccupazione è condivisa anche dalla Rappresentanza dell’UNHCR (Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per l’Italia, che nella nota tecnica di commento alla di conversione del Decreto Cutro, ‘raccomanda di preservare l’altissimo livello di professionalità e specializzazione delle Commissioni Territoriali, tenuto conto delle loro specifiche responsabilità decisionali, al fine del mantenimento degli elevati standard di qualità del sistema raggiunti negli ultimi anni’”. Nella medesima nota UNHCR ha auspicato ‘che la selezione e l’ingresso dei funzionari specializzati siano regolati sulla base di concorsi pubblici ad hoc’”.
“Le rivendicazioni del personale riguardano, quindi – osservano Andreoli e Benvenuto – la previsione di piante organiche delle Commissioni Territoriali e della Commissione Nazionale per il diritto d’Asilo che prevedano anche la presenza di Elevate professionalità a cui i funzionari possano accedere e contestualmente la presenza di personale di supporto specifico; il reintegro, su base volontaria tramite interpello, e nelle more di eventuali nuove assunzioni di personale altamente qualificato per le Commissioni Territoriali, del personale attualmente impiegato in altri settori a seguito della chiusura di alcune Commissioni Territoriali; il miglioramento delle condizioni lavorative”.
“I dipendenti – si legge ancora nella nota Fp Cgil – sono pronti ad utilizzare tutti gli strumenti sindacali a disposizione, compreso lo sciopero, qualora la procedura di conciliazione richiesta contestualmente alla proclamazione dello stato di agitazione non porti risposte alle istanze dei funzionari in servizio presso le Commissioni, anche nell’interesse dei destinatari di procedimenti amministrativi di grande responsabilità a tutela di diritti costituzionalmente garantiti”.