Le recenti e controproducenti polemiche su “questioni terminologiche” relative ad alcune modalità comunicative di un Ufficio del Segretariato Generale ci danno la possibilità di tornare su alcune questioni che da tempo, come F.P.-CGIL, cerchiamo di evidenziare.
La dirigenza della Corte dei conti, come tutte quelle delle “magistrature speciali”, è una sorta di “dirigenza dimezzata” per precisi e anacronistici vincoli normativi (vedasi l’art. 15, co. 5, del d-lgs 165/2001) e per grossi problemi culturali che hanno visto sempre una notevole difficoltà nella vera affermazione del principio di distinzione tra indirizzo e gestione dove quest’ultima è completamente affidata ai dirigenti.
Nel nostro Istituto la mentalità antiriformistica giunge a vere e proprie forme di classismo per cui, ad es., i fondi non ci sono in determinati casi (riguardanti per lo più la “plebe” della Corte) mentre compaiono miracolosamente in altre circostanze (ricordiamo la vicenda dei collegamenti internet e dei P.C. di servizio) oppure, come nel caso del trattamento economico, collocazioni organizzative diverse per le medesime questioni come per l’Ufficio riguardante il personale di magistratura che è tra le strutture di staff del Segretario Generale, mentre quello del trattamento economico del personale amministrativo fa normalmente parte della “line”.
Quando abbiamo salutato con favore alcuni intenti del nuovo Segretario Generale proprio in riferimento alla concreta attuazione della riforma del ’93 anche alla Corte l’abbiamo fatto anche con l’augurio che le diversità di status pur esistenti tra le due categorie di personale non si riflettano mai in violazione, seppur involontaria ed indiretta, dell’obbligo costituzionale di imparzialità che, comunque, deve reggere tutta la Pubblica Amministrazione.
Pertanto, voler ridurre a beghe da cortile questioni serie che richiederebbero, invece, la massima unità delle OO.SS. e del personale amministrativo significa, nei fatti, sollevare cortine fumogene magari per attaccare le già limitate forme di pluralismo e professionalità della Corte che, ormai, corre il rischio di essere in balia di comportamenti arroganti e da basso impero da parte di chi si sente il padrone dell’Amministrazione autorizzato a fare l'”assopigliatutto”.
Allora, invitiamo tutti i colleghi e le OO.SS. a cui sta a cuore la democrazia e la dignità dell’Istituto a fare fronte comune rispetto a degli attacchi che vanno ben aldilà del già grave tentativo di screditare un dirigente di elevata professionalità del Segretariato Generale.
Roma 12/03/2007
LA DELEGAZIONE NAZIONALE TRATTANTE DELLA F.P.- CGIL DELLA CORTE DEI CONTI