INAIL – Le Zone D’Ombra

01 Aprile 2025

Nel nostro Istituto ci sono “zone d’ombra”. Zone in cui prevalgono frequentemente atteggiamenti vessatori, favoritismi, clientele.

Come se non bastasse il già difficile clima “divisivo” tra i lavoratori, ulteriormente complicato da scelte contrattuali non condivisibili, che certificano una volta per tutte come il lavoro pubblico venga considerato e qualificato come lavoro di serie B, assistiamo ad un clima aziendale con atteggiamenti che in alcuni casi sono da ritenersi totalmente da stigmatizzare e quando questi superano i limiti della decenza e della tollerabilità, diventa dovere di ogni organizzazione sindacale degna di questo nome denunciarli.

Non facciamo fatica, infatti, a definire questi atteggiamenti mafiosi, perché, citando Giovanni Falcone, “si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale”. Senza farci intimorire da parole indubbiamente forti e che non vorremmo mai avere necessità di usare in un comunicato sindacale, non possiamo però giudicare in altro modo il comportamento di chi usa il suo potere, sia esso un funzionario, un dirigente o peggio ancora un dirigente sindacale, per favorire qualcuno, per ricattare qualcun altro, per fare del clientelismo la prassi comune dei rapporti all’interno di un posto di lavoro.

In queste zone d’ombra non si tollera che un dirigente di sede valuti in maniera “non gradita” un iscritto ad una determinata sigla sindacale e quindi si passa agli “avvertimenti”, scritti tra l’altro, in cui si minaccia di dare risposte esemplari e categoriche, di usare atteggiamenti già adottati per altre situazioni, di scatenare guerre non meglio precisate.

In queste zone d’ombra ci sono dirigenti che partecipano come docenti a corsi sindacali destinati ai candidati che hanno superato la prova scritta, ma non ancora quella orale, per un concorso Inail. Gravissimo se l’ha fatto senza avere la necessaria autorizzazione, ancor più grave se la docenza era stata autorizzata.

Oppure, accade che nel corso di una assemblea sindacale un Direttore Regionale partecipi per portare i propri saluti affermando la propria “simpatia” per quella sigla ed elogiando gli iscritti apostrofandoli come i dipendenti migliori.

In queste zone d’ombra si fa di tutto per riuscire ad essere trattenuti in servizio fino ai 70 anni e…ci si riesce. Certo, viene difficile immaginare che il fine ultimo sia quello prescritto dalla norma, ovvero fare attività di tutoraggio e di affiancamento ai neoassunti per esigenze funzionali non diversamente assolvibili. Più probabile ci si trattenga per attività legate all’aumento delle tessere del sindacato a cui si appartiene.

Infatti, in queste zone d’ombra se non hai la tessera giusta in tasca devi conquistarti a fatica il diritto ad avere un giorno in più di smart working, la possibilità di usufruire del tuo pozzetto di ore, l’autorizzazione a fruire di un periodo di aspettativa senza retribuzione, che se lo chiedi ne hai proprio necessità visto che a fine mese non hai diritto allo stipendio.

Sappiamo che alcuni di voi leggendo questo comunicato si stupiranno di quello che stiamo dicendo. Ma sappiamo altrettanto bene che molti di voi invece capiranno perfettamente, perché quella che abbiamo solo parzialmente rappresentato è la quotidianità con cui hanno a che fare tutti i giorni.

E lo sa anche la stessa Amministrazione che oggi più che mai è chiamata a dare un segnale forte e chiaro di distanza e denuncia.

Solo una cosa prima di chiudere: ricordiamoci tutti che ogni pezzetto in più di potere che si dà alla dirigenza, ogni tessera sindacale o ogni voto in più a favore di chi fa sindacato in questo modo ignobile, non fa altro che alimentare e far crescere la ragnatela vischiosa che avvolge queste zone d’ombra.

Alessio Mercanti

Giuseppe Paglia

Daniela Mencarelli

FP CGIL

UIL PA

USB PI

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