Le organizzazioni sindacali firmatarie stanno dando il meglio in questa campagna elettorale per le RSU.
Anziché affrontare il tema delle indecenti busta paga di febbraio, anziché spiegare perché si debbano programmare le ferie dell’anno già ad aprile, anziché discutere nel merito dei guai che hanno combinato, come uno stornello ripetono tre solfe:
“tra poco arrivano i soldi!”;
“i dirigenti devono escludere il 50% della rappresentanza dai tavoli”;
“tanto alla fine firmeranno tutti!”.
Intendiamoci, mica siamo sorpresi dalla cifra del confronto. Da mesi sentiamo le stesse panzane, un disco rotto che fa a cazzotti con la realtà.
Ma a febbraio, quando il CCNL ha dispiegato i suoi effetti, come mai abbiamo assistito a una sorta di silenzio mistico? Chi ha sempre fatto degli spifferi sul cedolino la propria essenza sindacale è curiosamente sparito. Puff.
Salvo poi tornare al momento dell’erogazione del TEP. Miracoli pasquali!
La verità è di facile lettura: abituati a dire “signorsì signore” agli ordini di scuderia che vengono dall’alto, sempre pronti a denunciare “i compagni di merende” salvo levarsi in piedi per osannare lo stesso Presidente del Consiglio che promette di dare una bella sforbiciata ai nostri incentivi, gli eroi della firmetta non riescono a concepire che ci siano organizzazioni sindacali che si presentano senza cappello in mano, che continuano ostinatamente a mettere davanti a tutto l’interesse di chi lavora.
La caccia al voto, così, segue lo stesso copione di sempre. Collaudato, un usato sicuro: prometto oggi (mobilità, spostamenti, PO…venghino signori), mi voti domani, dopodomani vedremo come andrà.
Altro che rappresentanza, sembra di essere tornati alle consorterie.
Consorterie che questa organizzazione vede come il fumo negli occhi, restando sul merito dei problemi che attanagliano chi lavora in questo Ente: primo fra tutti il salario.
Perché siamo il SINDACATO, PER DAVVERO. Se ne facciano una ragione.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo