Nell’incontro sindacale di mercoledì 12 marzo è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per la ripartizione del Fondo Risorse Decentrate dell’anno 2023, assente al tavolo la FP CGIL a seguito della scelta dell’Agenzia di non convocare le sigle sindacali che non hanno sottoscritto il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali 2022-2024.
Le risorse disponibili alla contrattazione aumentano rispetto all’anno 2022 di circa 26 milioni di euro, conseguenza diretta dello stato di agitazione e della mobilitazione del personale che alla fine del 2023, nell’ambito della vertenza unitaria in atto ormai da anni per il superamento del taglio e dei tetti al Fondo aveva ottenuto il riconoscimento di 38 milioni di euro per gli anni di attività 2023 e 2024 (certamente non per il merito di singole sigle sindacali, come invece qualcuno piuttosto maldestramente vorrebbe lasciar intendere considerando il periodo di campagna elettorale).
A parte questo dato certamente positivo, l’impianto dell’accordo è sostanzialmente lo stesso del precedente se non per un paio di marginali modifiche inerenti una la modalità di calcolo dell’attività svolta ai fini della remunerazione delle pre-chiamate (valore medio unitario pari a 10 minuti) e l’altra l’aumento dell’indennità di rappresentanza in Commissioni Tributarie di cui al punto 1. dell’allegato D (passa da 13 a 18 euro), che accoglie seppur parzialmente la richiesta della FP CGIL di equiparazione all’indennità per la rappresentanza in Magistratura.
La FP CGIL rileva pertanto che le sollecitazioni e le richieste ripetutamente presentate all’Agenzia, da ultimo proprio con la nota di martedì 11 ancora una volta non sono state minimamente prese in considerazione dall’amministrazione e tanto meno dalle sigle sindacali che hanno ritenuto di condividere l’ipotesi di accordo nonostante le evidenti e manifeste criticità che ne conseguono.
La FP CGIL, considerando l’impatto che inevitabilmente avrà sul Fondo il sistema di valutazione, ritiene infatti ineludibile un complessivo adeguamento della sua struttura e delle modalità di attribuzione delle varie voci che lo compongono, per poter cogliere adeguatamente la mutata realtà organizzativa e gestionale dell’Agenzia.
Nell’immediato, inoltre, è ormai indispensabile procedere ad una puntuale verifica dei parametri utilizzati per il riconoscimento della produttività individuale che, come reso palese dalla procedura di passaggio tra le aree in deroga, non rispondono più all’esigenza di individuare e valorizzare le attività lavorative effettivamente svolte ed è pertanto necessario valutare e adottare una nuova classificazione (per esempio il superamento dell’anacronistica distinzione tra contenzioso seriale e contenzioso complesso).
Inoltre, riteniamo fondamentale affrontare, sul tavolo nazionale, la costituzione di una tabella di raccordo tra le attività assegnate ai lavoratori, presenti in Area, e i processi presenti nell’allegato B; in quanto abbiamo assistito, nella contrattazione del FRD 2021, che ogni ufficio ha costituito una propria tabella di raccordo creando disparita tra i lavoratori, sia in positivo che in negativo, a seconda dell’ufficio di appartenenza.
La FP CGIL evidenzia ancora che, con il mantenimento dell’attuale impostazione per l’attribuzione del compenso per le attività di assistenza e informazione, anche per l’anno 2023 come già per l’anno 2022 saranno riconosciuti importi a dire poco esagerati (addirittura maggiori rispetto all’anno precedente considerando l’aumento della quota attribuita) e che occorra necessariamente da una parte valorizzare la cosiddetta modalità semplificata e dall’altra apprezzare esclusivamente il tempo effettivamente dedicato allo svolgimento delle attività senza l’applicazione di astrusi parametri.
Allo stesso modo, è opportuno procedere ad una corretta rilevazione delle attività lavorative riconducibili all’area Territorio, dove non sono attivi sistemi gestionali di rilevazione, e prevedere l’esplicito riferimento anche all’attività di prima informazione, che i sistemi gestionali non tracciano.
La FP CGIL, infine, ritiene che la sola modifica dell’indennità di rappresentanza presso le Commissioni tributarie sia insufficiente. Già quando abbiamo sottoscritto l’accordo sul FRD 2020, dove modificammo le indennità dei gestori dei sistemi e del RSPP, in virtù del lavoro effettuato durate l’epidemia COVID, facemmo presente che era necessario una rivisitazione dell’intera Tabella D: dal superamento delle differenze di indennità per le attività di rappresentanza presso la magistratura ordinaria e la magistratura tributaria; la rivalutazione delle indennità per i gerenti (visto che i Conservatori erano diventate POER o art. 17, salvo le sezioni staccate); la rivalutazione dell’indennità per attività esterne di sopralluogo, verifica e direzione dei lavori; la rivalutazione dell’indennità di agente contabile (visto che la normativa vigente ha previsto la costituzione dell’anagrafe degli agenti contabili presso la Corte dei Conti con relativa responsabilità personale); e l’adozione di una clausola di salvaguardia per gli incentivi delle funzioni tecniche.
Riteniamo necessario rivedere la Tabella D, cosa ancora possibile visto che non incide sui capitoli di ripartizione e finanziamento del salario accessorio.
E’ palese a tutti che le sigle firmatarie del nuovo CCNL, uniche a partecipare a questo tavolo, hanno perso un’occasione, a differenza di quanto ci eravamo riproposti lo scorso anno, di rendere più moderno e attinente l’Accordo sull’ FRD ripiegando sulla fotografia precedente presentata all’Amministrazione che già troppe criticità ha messo in evidenza.
Le conseguenze le decidano le lavoratrici e i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Agenzia delle Entrate
Florindo Iervolino