Siamo arrivati a metà marzo; eppure, della direttiva di secondo livello – la direttiva che disciplina gli obiettivi che l’INL deve svolgere e realizzare nel corso dell’anno, sulla base delle indicazioni ricevute dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – non v’è ancora traccia.
Intanto, mesi addietro l’Amministrazione ci comunicò che vi sarebbe stato un ulteriore aumento dei numeri dell’attività ispettiva. Ribadiamo in proposito quanto dicemmo e scrivemmo allora: bisogna riconoscere che non possono essere solo i numeri delle ispezioni l’unico indicatore della presenza della vigilanza sul territorio e dell’efficacia dell’azione ispettiva. Anzi, superato un certo limite, qualità e quantità non vanno più d’accordo e i numeri diventano gusci vuoti. Quindi, chiediamo una particolare attenzione ad aumentare ancora i numeri delle ispezioni.
Ancora: visto che l’attività di vigilanza comprende anche attività non strettamente di vigilanza, ma di accertamento e verifica, ribadiamo la nostra richiesta affinché anche queste siano inserite tra gli obiettivi e siano considerate nell’ambito dell’eventuale aumento, non un’attività ulteriore da svolgere.
Infine, la programmazione degli obiettivi dovrebbe tener conto delle peculiarità dei singoli territori: ad esempio, in alcune realtà italiane il lavoro nero è sempre meno diffuso, perché il contesto socioeconomico si è evoluto verso diverse forme di lavoro grigio. Di questo non si può non tener conto ma, per farlo, occorre una programmazione di obiettivi frutto di un dialogo fecondo coi territori e non di obiettivi “calati dall’alto”. Speriamo vivamente che ci sia stata!
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano