ASDEP: insediato il nuovo CdA. Comunicato al personale di ACI, INPS, INAIL

13 Marzo 2025

Comunicato al personale di ACI, INAIL e INPS

Si è tenuta martedì mattina la seduta di insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’ASDEP. Il precedente CdA, insediatosi a sua volta il 24 luglio del 2018, ha trovato termine il 23 luglio 2022, ma ha continuato ad operare fino ad ora in regime di prorogatio.

Nel giugno 2022, il CdA ASDEP ha provveduto ad aggiudicare la gara per l’affidamento della polizza sanitaria che garantisce la copertura assicurativa temporanea caso morte (TCM), perdita autosufficienza (LTC) a favore dei dipendenti degli enti aderenti ad ASDEP e copertura assicurativa per il rimborso spese mediche ospedaliere (RSMO), al Raggruppamento Temporaneo di Impresa formato da Generali Italia spa/UniSalute spa/UnipolSai spa, che avrebbe dovuto trovare scadenza alla data del 31 dicembre 2024.

Il notevole ritardo nel rinnovo delle cariche da parte degli Enti fondatori ha creato un’impasse che ha impedito l’avvio per tempo di una nuova gara finalizzata al nuovo affidamento della polizza sanitaria.

La polizza è stata, quindi, rinnovata per 12 mesi e troverà scadenza il 31 dicembre 2025.

L’impegno della CGIL all’interno di questo organismo è operare affinché il tempo che ci separa da tale scadenza venga usato al meglio. Per questa ragione, in occasione della prima seduta, i nostri consiglieri hanno chiesto che si proceda senza ulteriori indugi ad avviare le procedure di una nuova gara nell’interesse esclusivo delle lavoratrici e dei lavoratori.

Riteniamo, infatti, che l’obiettivo comune debba essere quello di assicurare una copertura di qualità a chi opera nel comparto.

La scadenza del 31 dicembre è dietro l’angolo e il tempo rimasto è quello minimo affinché non ci si trovi, come avvenuto nel recente passato, a svolgere una gara in tempi brevi.

Abbiamo, pertanto, assistito con stupore alla suggestione espressa da un’altra organizzazione, che anziché lavorare nell’interesse dei beneficiari della polizza, ha chiesto da subito la sospensione della stessa, in quanto insoddisfacente.

La volontà di buttare il bambino con l’acqua sporca è a quanto pare un vezzo duro a morire: si rischia, infatti, di alimentare un gioco al massacro in cui la parte debole, il richiedente assistenza, potrebbe essere la sola a essere penalizzata.

A questo gioco al massacro noi non ci prestiamo.

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