INPS – Il nodo delle ferie arretrate

27 Febbraio 2025

Da qualche anno, in INPS, lo smaltimento delle ferie arretrate è diventato un tema: 

  • da un lato le esigenze produttive hanno spinto i dirigenti a chiedere sacrifici, soprattutto in piena pandemia, quando all’attività ordinaria si era aggiunto il carico dei prodotti emergenziali;
  • dall’altro le lavoratrici e i lavoratori che staccano dall’attività lavorativa non hanno spesso sostituti pronti a subentrare nella gestione ordinaria del servizio o del prodotto erogato. Trovano perciò, al rientro, la totalità delle pratiche arretrate maturate nel periodo di assenza. Questo li spinge a ridurre i periodi di fruizione continua: la volontà di non essere sommersi dal lavoro appena mettono piede in ufficio. 

Tale mix, insieme con una fisiologica resistenza a restare “scoperti” in caso di necessità, ha creato quel disallineamento tra CCNL e normativa che determina, a fasi alterne, l’intervento brusco dell’Amministrazione.

Ora, pur avendo posto la pregiudiziale economica, al tavolo del CCNL avevamo provato – sotto il profilo negoziale – a risolvere tale criticità.

Qual era l’obiettivo? Evitare che il diverso lasso temporale riconosciuto dal Legislatore potesse essere interpretato in maniera restrittiva, cioè a danno dei dipendenti. 

Sfortunatamente la fretta delle sigle sindacali firmaiole (CISL, CONFSALUNSA, FLP e CONFINTESA) ha confermato lo stallo in cui è chiamata a muoversi Risorse Umane.

È un vecchio leitmotiv: qualcuno crea il problema per porsi poi come risolutore. E gli strepiti delle ultime ore, tra messaggi di chat e comunicati bizzarri, lo testimoniano.

Per fortuna c’è il testo del contratto collettivo a riportare tutti coi piedi per terra, a far capire come le difficoltà siano aumentate, e non diminuite, col nuovo impianto. 

Nel contratto 2019-2021 la formula che disciplinava le ferie riportava: “L’Amministrazione pianifica le ferie dei dipendenti al fine di garantire la fruizione delle stesse nei termini previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti”. C’erano le consuete eccezioni, esigenze di servizio o motivate ragioni personali, a introdurre quegli elementi di flessibilità che tutti a parole oggi invocano.

Col nuovo impianto l’Amministrazione ha un compito in più: “monitora nel corso dell’anno l’effettiva fruizione delle ferie programmate. Ove si verifichino le ipotesi di cui ai commi 11 e 12 (esigenze personali o di servizio, ndr), le ferie dovranno essere ripianificate entro il mese di febbraio dell’anno successivo a quello di maturazione ed il datore di lavoro dovrà assicurarsi che il lavoratore ne fruisca invitandolo formalmente a farlo nel rispetto dei termini previsti”.

Altro che elasticità! Altro che volontà di risolvere un problema! Quando c’era da sciogliere il nodo, i firmatari  dove stavano? In ferie? 

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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