INPS – Eravamo ricchi e non lo sapevamo…

26 Febbraio 2025

Con il decreto-legge PA, l’Esecutivo sembra stia valutando un’iniezione di liquidità per la contrattazione integrativa dei Ministeri.

Lo stesso Governo che ha alzato il freno a mano sul rinnovo dei contratti – cancellando con un colpo di spugna l’inflazione degli ultimi anni e limitandosi a dire ai lavoratori penalizzati delle Funzioni Centrali “è andata così” – adesso stanzia risorse, attenzione!, non per l’intero comparto, ma solo per una parte di essoDivide et impera.

Resta spettatore inerme l’INPS, che non si capisce quale torto abbia commesso agli occhi del Governo, considerata la mole di attività assolte per dar seguito a ogni capriccio di chi siede nelle posizioni di comando, peraltro in tempi spesso surreali e con una professionalità impagabile.

E in effetti pagarla, questa professionalità, sembra sia diventato un optional, nel silenzio quieto di chi ha sostenuto l’impianto contrattuale (a proposito: una sigla firmataria ci ha messo la faccia; le altre tre che fine hanno fatto? E come mai questo mese non c’è stata la corsa ad anticipare gli importi della busta paga?).

L’atteggiamento muscolare verso l’INPS denota, ancora una volta, lo stato di abbandono in cui versa l’Ente, ormai spettatore silente di una partita condotta altrove. 

Non si spiega diversamente la bollatura implicita di “privilegiati” che è stata appiccicata alle lavoratrici e ai lavoratori del nostro Istituto, rei di essere “eccessivamente retribuiti” all’interno del comparto. 

Non si spiega diversamente la deroga al tetto al fondo riconosciuta alle agenzie fiscali e non all’INPS. 

Non si spiega diversamente la mole di rilievi al contratto integrativo che ancora oggi impedisce a quattromila dipendenti di avere uno stipendio pari a quello degli altri colleghi. 

Eravamo ricchi e non lo sapevamo, per l’appunto. 

Il principio di armonizzazione non viene declinato come una crescita collettiva, appannaggio di tutti, ma come un diktat: tu stai fermo finché gli altri non ti raggiungono. E considerando gli stanziamenti irrisori, il cammino sembra lungo e tortuoso.

Perché, allora, questa penalizzazione? 

Che male ha fatto una platea di dipendenti che ogni mattina tasta con mano il polso del disagio sociale nel paese? 

I nostri vertici hanno intenzione di battagliare? O si limiteranno ad accettare l’ennesimo sgarbo perpetrato nei confronti della comunità che istituzionalmente rappresentano?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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Tempo trascorso da quando la

FP CGIL HA PROPOSTO UN ACCORDO STRALCIO PER LIQUIDARE IL TEP AGLI ASSUNTI 2023

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