INPS – Medici, quanto è bello il contratto fotocopia!

24 Febbraio 2025

Quando sottoscrivemmo il CCNI del 2023 per l’area Medica, scrivemmo che non avremmo più avallato accordi fotocopia. Allineati (finalmente) i tempi della contrattazione, ogni compromesso a ribasso sarebbe stata una sconfitta per la categoria; dunque, una ratifica del medesimo testo sarebbe stata per noi inaccettabile.

Con l’adesione di alcune organizzazioni all’impianto proposto dall’Amministrazione (Cisl, Femepa, Flepar, Cida e Unadis), ci troviamo di fronte all’ennesima sintesi sbiadita, anzi peggiorativa del precedente integrativo. 

Volendo riassumere:

  • i soldi per la retribuzione di risultato sono sempre di meno;

  • nessuna risorsa aggiuntiva è stata trovata per premiare l’enorme lavoro svolto dai medici, con un’Amministrazione che gioca a nascondino quando c’è da assumere responsabilità nei confronti di una categoria professionale sommersa da carichi pesanti;

  • intramoenia, extramoenia e relativa indennità di esclusività restano una traccia che in futuro, chissà, forse perseguiremo;

  • la distribuzione in fasce delle indennità è sì tornata ai valori del 2023 (grazie alla nostra iniziale e solitaria avversità sul 130 ai titolari di UOC), ma il comma 3 dell’art. 7 rimane ancora poco comprensibile, con diciture oramai superate e difficilmente applicabili;

  • è sparito un modello cui ancorare il sistema di valutazione. La dicitura presente nel contratto precedente è stata sostituita da un richiamo generico al modello vigente nell’ente, in cui non si sa chi valuta cosa, con un meccanismo di misurazione delle performance ormai con ogni evidenza arbitrario e calato dall’alto;

  • i colleghi provenienti dalla Croce Rossa vengono trattati dopo tutti questi anni come un corpo estraneo (art. 5).

Alla luce di quanto esposto, il giudizio sull’ipotesi proposta non può che essere negativo

A ciò si aggiungono due constatazioni sull’andamento della negoziazione:

  • non è stato eliminato il comma 1 dell’art. 9. Le ore di aggiornamento professionale non possono ricadere sotto il lavoro straordinario: sono regolate da precedenti CCNL e non si capiscono le motivazioni di questa sovrapposizione;

  • la nota congiunta, sventolata come una bandiera trionfale dai firmatari, è l’ennesimo proposito che dal 2011 torna a fasi alterne. Manca quell’elemento vincolante che avremmo voluto leggere: si rimette tutto a valutazioni future che dovrebbero portare a proposte normative (sic). 

Non si tratta, pertanto, soltanto di un’occasione persa; è evidente la sottovalutazione di un malessere ad ampio spettro dei medici INPS, malessere ignorato o ridimensionato da chi ha sottoscritto una bozza di contratto che rappresenta un sostanziale passo indietro per tutto il personale interessato. 

FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Francesco Reali

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