INPS – TEP agli assunti ’23: basta discriminazioni

13 Gennaio 2025

Il tavolo sindacale del comparto potrebbe non essere convocato prima del 27 gennaio. Salvo novità, dunque, il confronto sul contratto integrativo 2024 e sugli istituti non ancora erogati, come il TEP per il personale di ultima assunzione, sarà calendarizzato almeno a fine mese.

Un ritardo fisiologico? Probabilmente sì, se guardiamo alla mazzata ricevuta sul finire dell’anno passato, quando – nel silenzio dei vertici – INPS ha dovuto ripiegare su un accordo stralcio per salvare la faccia e il riconoscimento dei differenziali stipendiali.

I rilievi al testo hanno mostrato la fragilità politica di un Istituto che non è stato neppure in grado di blindare un accordo negoziale raggiunto da tutti gli attori al tavolo.

Servirà, quindi, all’Amministrazione il tempo necessario per fornire una risposta ai ministeri vigilanti, il cui operato continua a destare perplessità: da tempo, ormai, questi non si limitano ai controlli previsti dalla normativa, ma entrano pesantemente nel merito di ciò che viene liberamente determinato dalle parti in sede di contrattazione di secondo livello. Con il placet dell’Ente.

Tutto bene quindi? Dobbiamo aspettare col rosario in mano? Assolutamente no! Perché nel frattempo in INPS c’è un’ampia platea di lavoratrici e lavoratori che ancora aspetta di ottenere il TEP, allineando la propria retribuzione a quella degli altri colleghi in servizio.

Da aprile 2023 è passata tanta acqua sotto i ponti e ogni giorno di attesa è una promessa infranta.

Una questione di tale impatto, che poteva essere risolta nel luglio scorso con una presa di coscienza collettiva, è diventata un fronte di discriminazione per la miopia ragionieristica di alcune sedicenti organizzazioni sindacali.

Intanto, però, le bollette arrivano e continuano ad aumentare, il costo degli immobili (in vendita o in affitto) cresce ogni trimestre, il peso del carrello della spesa è sempre più gravoso. Non è possibile andare avanti così.

Per questa ragione esortiamo ancora una volta l’Amministrazione a muoversi tempestivamente, liquidando in autonomia il trattamento o presentando in subordine un accordo stralcio che possa determinare un riconoscimento certo, senza alcun rischio per il futuro in capo alle lavoratrici e ai lavoratori.

Serve una data ufficiale in cui gli importi saranno liquidati.

Non ci fermeremo fino ad allora.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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