Referendum CCNL Funzioni Centrali: lavoratrici e lavoratori bocciano l’ipotesi separata

04 Gennaio 2025
Si è conclusa la fase di consultazione referendaria promossa da CGIL FP, UIL PA e USB PI contro l’Ipotesi di CCNL 2022-2024 firmato all’Aran il 6 novembre scorso da alcune sigle sindacali.
In attesa di completare l’elaborazione di tutti i dati che recuperino le difficoltà di accesso dei primi giorni, circa 40 mila lavoratrici e lavoratori hanno partecipato alle operazioni di voto on line; a questo si aggiunge la campagna di ascolto e consultazione fatta dai promotori tra gli iscritti e nelle assemblee. Un fatto epocale, inedito in un settore del pubblico impiego, che ha consentito a decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici di potersi esprimere liberamente in merito all’ipotesi di Contratto, facendo emergere la consapevolezza generale sull’insufficienza degli stanziamenti contrattuali.
Un fatto epocale che ha richiesto un’organizzazione capillare sui luoghi di lavoro e l’allestimento di una piattaforma on-line per garantire il voto, in tempi di record.
Lo scrivono in una nota FP Cgil, Uil PA, Usb PI.
Non altrettanto veloci nel facilitare le operazioni di voto sono state alcune amministrazioni, soprattutto quelle dove nei primi giorni si sono verificati grossi problemi tecnici che hanno richiesto tempi lunghi per essere risolti visto che la soluzione poteva passare necessariamente solo tramite la rimozione di ostacoli ad opera dei vari provider che gestiscono i sistemi informatici della P.A.: ulteriore riprova che i processi di esternalizzazione rappresentano un forte problema per l’autonomia della Pubblica Amministrazione.
Velocissima invece la risposta dei sindacati firmatari della pre-intesa che, durante tutto il periodo di consultazione, hanno messo immediatamente in campo una campagna denigratoria nei confronti della nostra iniziativa di democrazia sindacale; una campagna dai toni che non hanno precedenti nella storia del movimento sindacale, testimonianza di una preoccupazione dovuta certamente alla consapevolezza di aver sottoscritto un contratto ampiamente insoddisfacente.
Per questo vogliamo ringraziare chi ha scelto di partecipare per esprimere la sua opinione, dimostrando che la democrazia nei luoghi di lavoro conta ed è sempre un valore aggiunto. Per questo vogliamo ringraziare tutte le nostre delegate ed i nostri delegati che ci hanno creduto, consentendoci di raggiungere il risultato finale.
E i risultati sono arrivati. Si è trattato di una partecipazione significativa, importante, che sancisce la bontà della nostra iniziativa e che ha coinvolto tutte le Amministrazioni del comparto, da quelle più grandi a quelle più piccole.
Particolarmente significativi sono i dati parziali di alcune amministrazioni che danno conto di una partecipazione che va oltre le nostre rispettive rappresentanze come quelli dell’Agenzia delle Entrate (oltre 6.500), del Ministero della Giustizia (5.400), dell’Inps (5.200), del Ministero della Cultura (3.000), del Ministero dell’Interno (2.400) o dell’Agenzia delle Dogane (2.300), solo per citarne alcune.
L’altro dato importante, oltre quello della partecipazione, è che il 98% dei votanti si è espresso per il NO, rigettando un accordo che giustamente è stato definito in perdita.
Dalle lavoratrici e lavoratori è arrivato un messaggio chiaro: la questione salariale rimane centrale, con gli attuali stipendi la maggioranza dei dipendenti pubblici non arriva a fine mese.
Ora speriamo si apra una nuova fase. La partita per migliorare il CCNL 2022-2024 è ancora aperta. Ci sono molte soluzioni per dare una giusta risposta salariale ai dipendenti pubblici, a partire dal trovare risorse aggiuntive per incrementare il misero 5,78% imposto dal governo.
Tutti i CCNL dei settori pubblici aperti confermano che non c’era alcuna necessità di far precipitare la rottura delle trattative a novembre: per questo il dato espresso dalle funzioni centrali attraverso il referendum è un chiaro segnale che va al di là del comparto.
Nessuno prima d’ora aveva determinato una tale partecipazione e consultazione dei lavoratori e delle lavoratrici sul contratto: questo rappresenta un valore in sé e rafforza chi come noi non ha sottoscritto un pessimo contratto, nella prosecuzione della vertenza.
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