L’anno scorso l’operazione chirurgica con cui sono stati sottratti al Fondo 20 milioni di euro, denunciata con forza dalla nostra organizzazione nel silenzio dei vertici; quest’anno il blocco del contratto integrativo da parte del MEF. È inutile girarci attorno. L’autonomia negoziale dell’INPS è ormai ostaggio dei Ministeri vigilanti e ciò per una precisa ragione: l’incapacità politica dell’Istituto di difendere la propria comunità, accettando supinamente qualunque offensiva governativa.
La riunione sindacale di oggi non è servita alla sottoscrizione del contratto, ma alla definizione di un accordo stralcio per preservare almeno il riconoscimento dei differenziali stipendiali, operazione minima da cui ovviamente non ci siamo sottratti e che dovrebbe consentire il riconoscimento di una progressione economica a una platea di 5.000 dipendenti (249 in meno rispetto all’ipotesi originaria, tutte nell’area Assistenti).
Il condizionale è d’obbligo: l’accordo a stralcio sottoscritto oggi, secondo quanto affermato dall’Amministrazione, non dovrebbe infatti passare dai Ministeri vigilanti per via di una formulazione presente nei rilievi (“con riferimento alla parte dell’ipotesi di accordo concernente le progressioni economiche, si ritiene […] possa avere ulteriore corso con le condizioni indicate”). INPS assicura, insomma, di avere copertura, ma alle rassicurazioni dell’Istituto crediamo poco.
La prassi è consolidata: i Ministeri intervengono, INPS annaspa; si salva il salvabile, si naviga a vista, e si rimanda ai posteri il ragionamento sugli altri istituti, che per noi costituiscono invece parte fondamentale dell’accordo.
Un accordo su cui avevamo espresso tutte le nostre riserve (in primo luogo temporali, con la tardiva presentazione del testo nel mese di ottobre), ma cui abbiamo lavorato nell’interesse di chi opera per l’Istituto.
E ora? Che ne sarà delle maggiorazioni previste per i titolari di posizione organizzativa che dal 2021 aspettano un riconoscimento da parte dell’Istituto?
Per quanto tempo ancora gli assunti del 2023 dovranno attendere l’erogazione del TEP, di cui noi avevamo chiesto la liquidazione nel mese di luglio, con un accordo stralcio respinto dai ragionieri fiscalisti esperti in esoneri e previsioni future (“tranquilli, risolveremo tutto con il CCNI”) appartenenti ad altre organizzazioni sindacali?
Qui va fatta una specifica. Le altre organizzazioni, le stesse che erano contrarie all’erogazione anticipata del TEP, adesso – dopo aver determinato un danno evidente – per prevenire gli strali degli iscritti invocano tutto, anche un verbale d’intesa, pur di procedere a una liquidazione immediata: una sorta di patto tra gentiluomini (sic!) per la l’erogazione del trattamento.
E se i Ministeri poi pongono rilievi, come peraltro traspare dalle note indirizzate a INPS? L’Istituto chiede la restituzione agli interessati? Noi a queste trappole non ci stiamo! Basta fare giochini sulla pelle di chi lavora! Siamo disponibili solo a eventuali accordi stralcio che blindino il riconoscimento del TEP!
Adesso, al 31 dicembre, all’ultimo giorno dell’anno, le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto scoprono così quello che andiamo predicando da tempo: che la platea del pubblico impiego è vista dal Governo come un bancomat; che qualcuno fa finta di non vedere e mentre dentro l’Istituto urla, fuori si limita a sussurrare; che l’INPS stesso non è apprezzato nei suoi sforzi.
Non va dimenticato, in tal senso, che mentre le agenzie fiscali hanno beneficiato di una deroga al tetto al Fondo, per noi neanche quella opzione è stata presa in considerazione. E l’unico richiamo presente nella legge di bilancio per dare ossigeno alle casse dell’INPS sembra essere naufragato miseramente.
È una situazione incresciosa e imbarazzante, che merita una sola risposta a nostro avviso, quella che abbiamo messo in atto già nell’anno che si conclude: MOBILITAZIONE!
A voi ci rivolgiamo, quindi, alla vigilia di un capodanno che ha il sapore della beffa per chi dedica anima e corpo a questo ente: partecipate al confronto, lottate. Chi vuole un clima anestetizzato in Istituto ha già fatto troppi danni e a pagare il conto è sempre e solo chi lavora!
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo