Ciò che mancava al confronto sindacale era l’accusa di “assalto alla democrazia” per la definizione di un regolamento destinato a determinare le Sedi di elezione RSU.
Nel corso di due incontri, che si sono tenuti nell’arco dell’ultima settimana, sul Protocollo di riferimento, come FP CGIL abbiamo evidenziato un dato: la scelta di andare alle elezioni nella Settimana Santa renderà difficoltoso il processo elettorale.
Poiché l’intento di chi partecipa al sistema democratico dovrebbe essere quello di garantire la più ampia partecipazione, abbiamo cercato di definire nel Protocollo elettorale tutti gli elementi di garanzia che consentano di raggiungere l’obiettivo.
Nel testo presentato dall’Amministrazione è stato così esplicitato un invito rivolto alle commissioni elettorali affinché possano organizzare “seggi volanti” nelle agenzie territoriali, ivi comprese le Agenzie complesse, con una copertura dell’Istituto in termini di servizio esterno.
La formula utilizzata ci sembra particolarmente calzante, anche perché lascia alle Commissioni la facoltà di deliberare l’installazione di seggi permanenti per le sedi territorialmente più distanti dalle Direzioni provinciali/Filiali metropolitane di riferimento.
Ci chiediamo, a questo punto, leggendo gli strampalati comunicati di qualche organizzazione, dove sia la minaccia alla partecipazione in un simile impianto? Non sarà che qualcuno strilla al golpe per raccattare consenso?
Il sospetto viene, anche perché nella contesa dapprima è stata coinvolta l’Amministrazione, teoricamente arbitro della partita, chiamata ad avocare a sé la decisione; in seguito, con originarie letterine rivolte ai Comitati regionali e provinciali, si è tentato di tirare in ballo soggetti terzi, incompetenti a entrare sulla materia.
E del resto perché mai un Comitato provinciale dell’INPS dovrebbe discutere il sistema di voto in Istituto o la mappatura delle sedi RSU?
Un’ingerenza di questo tipo, peraltro promossa da un’organizzazione sindacale (sic!), rappresenterebbe non solo un atto sgrammaticato, ma il tentativo (grave) di creare un precedente e un’autentica interferenza nel processo democratico.
Qui l’unico attacco alla legittimità del regolamento elettorale è quello scalmanato condotto da chi invoca l’allerta quando gli fa comodo.
Se poi qualcuno vuole difendere il principio di libera espressione, riscoprendo Tocqueville e i classici greci, la strada maestra l’abbiamo già indicata: cominciamo col chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori che cosa pensano del “contratto della vergogna” adottato per le Funzioni Centrali!
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo