Tra le tante bugie che circolano in Istituto, una più delle altre ha fatto rumore: quella di chi strepita contro INPS ricordando che le ferie devono essere godute secondo legge.
Bene, bravi, bis! Il problema della più favorevole condizione per lavoratrici e lavoratori di questo Ente poteva essere risolto. Sapete come? Con un contratto collettivo degno di questo nome!
Abbiamo sempre lanciato un monito all’Amministrazione e nelle assemblee: le ferie sono un diritto fondamentale di chi lavora; e chi è chiamato a organizzare l’attività deve essere flessibile per contemperare le esigenze dei singoli e la necessità di garantire il servizio.
Per questa ragione la FP CGIL aveva presentato al tavolo di contrattazione nazionale due proposte per superare ogni stortura:
la soppressione della riduzione di due giornate di ferie per i neoassunti, ormai anacronistica;
la possibilità di riprogrammare in 18 mesi le giornate di ferie non godute, per motivi personali o per le esigenze di servizio come stabilito dalla normativa.
Un modo per evitare la discrezionalità del singolo dirigente e quindi il potenziale arbitrio nelle strutture.
Era una questione aperta, che si poteva e si doveva discutere in sede negoziale, anziché chiedere a INPS di richiamare i dirigenti sul territorio con la preghiera di garantire un’omogenea applicazione delle deroghe.
Purtroppo qualcuno aveva la penna in mano e dopo aver tanto scritto ha dimenticato un passaggio: la storia, e soprattutto le Amministrazioni, presentano sempre il conto.
Il guaio è che a pagarlo sono le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo