Oggi pomeriggio al Ministero della Giustizia si è tenuto l’ennesimo incontro per la prosecuzione della trattativa sul contratto integrativo che si è concluso in un rinvio. Le lavoratrici e i lavoratori del Ministero della giustizia meritano risposte rispetto alla loro condizione economica e professionale che non possono più tardare.
Con grande senso di responsabilità abbiamo partecipato alla discussione con posizioni basate sul merito e nell’esclusivo interesse di tutte le lavoratrici e i lavoratori della giustizia, manifestando anche nell’ultimo incontro la nostra disponibilità alla rapida conclusione delle trattative con la sottoscrizione di più accordi che potessero essere da impulso per modificare finalmente la condizione di migliaia di lavoratrici e lavoratori che ancora vedono applicato loro il pessimo contratto integrativo del 2010 che ha ingessato il Ministero per oltre dieci anni. Con chiarezza e serietà, infatti, abbiamo fin dall’inizio esplicitato la nostra proposta, che si articolava su tre pilastri:
l’accordo sulle famiglie professionali che desse una collocazione e una messa a regime definitiva dell’ufficio per il processo oltre all’individuazione delle famiglie professionali che permettessero gli sviluppi di carriera per il personale dipendente collocato attualmente in seconda area;
un’intesa programmatica che preveda per tutti i dipartimenti la modifica degli organici con la tempistica e le modalità di riqualificazione del personale di chi svolge attività core in area Funzionari, per arrivare ad avere il 70% del personale della giustizia in quell’area, oltre allo svuotamento della prima area che dovrebbe rimanere solo per l’accesso dall’esterno delle categorie protette e l’attuazione delle progressioni verticali già finanziate;
il contratto integrativo che prevede, tra le altre cose, le modalità di attuazione delle progressioni verticali in deroga ex art. 18 del CCNL 2019-2021 e per l’attribuzione dei differenziali stipendiali (2.250 euro annui per i Funzionari, 1.250 per gli Assistenti, 800 per gli Operatori), gli importi e le modalità attraverso cui vengono attribuiti gli incarichi di specifiche responsabilità per l’area Assistenti, le posizioni organizzative e gli incarichi professionali per l’area Funzionari.
Dopo oltre 15 incontri l’amministrazione si è presentata nuovamente al tavolo con solo lo stralcio dell’accordo sulle famiglie professionali, tra l’altro con diverse criticità che abbiamo evidenziato più volte nel corso della trattativa (per il DOG ad esempio manca la definizione del profilo dei funzionari UPP che dovrebbe essere definita solo a stabilizzazione avvenuta come per tutti gli altri precari PNRR, la collocazione ancora in area assistenti di cancellieri e assistenti giudiziari che partecipano alle attività di udienza e forniscono assistenza qualificata al magistrato, per il DGMC l’introduzione del profilo del funzionario del trattamento rieducativo nella famiglia del trattamento rieducativo e del reinserimento sociale, oltre a non aver evidenziato dove dovesse essere collocato il profilo di ruolo del Direttore), con un’intesa programmatica blanda senza impegni chiari e puntuali sul numero di progressioni verticali in deroga da attivare per ciascun dipartimento, nulla per la necessità di rivedere gli organici e soprattutto senza la parte economica del contratto integrativo. A queste condizioni abbiamo ribadito l’indisponibilità della FP CGIL a sottoscrivere solo questo accordo senza tutto il resto. Registriamo con grande insoddisfazione come l’esito della trattativa sia ancora una volta un nulla di fatto e prendiamo atto che l’amministrazione non abbia interesse a ragionare della nostra proposta. Allora a questo punto chiediamo che l’amministrazione vada avanti con chi ci sta a sottoscrivere un altro accordo che evidentemente non possiamo essere noi, e vorremmo anche capire quale visto che altre organizzazioni sindacali si sono spese per mesi a picconare la nostra proposta senza un’altra proposta, purché lo si faccia in fretta e senza ulteriore pregiudizio alle lavoratrici e ai lavoratori della giustizia che meritano rispetto oltre che risposte chiare su ordinamento, riqualificazione professionale e stabilizzazione dei precari.