INPS – 2023: benefici col freno a mano

18 Novembre 2024

Nel corso dell’incontro sindacale di oggi, l’Amministrazione ha presentato al tavolo un report sui benefici assistenziali riconosciuti ai dipendenti nel corso del 2023. I dati, a dir poco scoraggianti, hanno mostrato un’insufficienza nello stanziamento rispetto alle 26.414 richieste pervenute. Il saldo negativo è di circa 5 milioni di euro, che l’Amministrazione imputa a tre elementi:

  • l’incremento delle domande rispetto all’anno precedente, legato all’ingresso di 4.884 dipendenti;

  • l’incremento parallelo delle spese per la polizza collegato al personale di ultima assunzione;

  • il non-incremento del fondo 2023 di consistenza commisurata all’1% delle spese per il personale pre-assunzioni.

Su quest’ultimo punto, in particolare, abbiamo chiesto all’Amministrazione – insieme ad altre sigle – di verificare se sia ancora possibile una modifica del bilancio di previsione, per includere gli stanziamenti correlati agli assunti 2023.

Nell’attesa di una ricognizione più giuridica che economica, posti innanzi alla scelta su come destinare i residui legati all’unica voce in attivo, quella sulle borse di studio (+745.200 euro), come FP CGIL abbiamo richiesto di destinare la somma sui sussidi sanitari – la voce più penalizzata – per giungere almeno a una copertura del 39% rispetto alle istanze presentate. Al 39% saranno coperte anche le richieste per le cure odontoiatriche. Si tratta, con ogni evidenza, di dati molto lontano dalle nostre ambizioni e dalle necessità che la platea avverte.

Da organizzazione sindacale continuiamo a indicare quanto il perimetro in cui i dipendenti pubblici sono chiamati a muoversi si stia restringendo progressivamente, rendendo sempre più difficoltosa la fruizione di quei benefici che ormai solo la narrazione di alcuni quotidiani continua a presentare come “privilegi”.

La verità è un’altra ed è sotto gli occhi di tutti, a meno che non si voglia fare gli struzzi: mentre nel privato le misure di welfare sono considerate elementi in via di valorizzazione, noi abbiamo poche risorse a disposizione.

Non sbagliavamo, allora, quando richiamavamo l’Amministrazione a ricordare la natura assistenziale dei benefici, che dovrebbero andare appannaggio di chi ha meno in un ragionamento di mutua solidarietà. Una scelta che non tutte le organizzazioni sindacali sembrano sempre condividere.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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