CONTRATTO INTEGRATIVO 2024 – ULTIMO GIRO
L’AMMINISTRAZIONE NON SI TIRI INDIETRO
Nel pomeriggio di ieri si è svolta una nuova sessione del tavolo nazionale sull’ipotesi di CCNI 2024 trasmessa sabato scorso dall’Amministrazione.
L’impianto contrattuale, presentato per la prima volta il 9 ottobre, deve ancora essere perfezionato.
Nel corso della riunione abbiamo però registrato alcuni passi in avanti rispetto all’ultimo confronto. In particolare:
Con riferimento ai parametri previsti per il riconoscimento dei differenziali stipendiali agli esclusi dalle tornate 2022 e 2023, INPS ha accolto la proposta di rivedere a rialzo il punteggio legato all’esperienza professionale maturata per ciascun anno di servizio dall’ultimo avanzamento di carriera (7 punti anziché 6) e si è impegnato altresì a riconoscere la medesima “pesatura” per ogni frazione di anno pari o superiore ai sei mesi. L’Amministrazione ha garantito che con questo impianto, da una ricognizione della platea dei potenziali beneficiari, l’obiettivo condiviso a livello unanime dal tavolo sindacale “dovrebbe essere raggiunto al 99%”.
La parte attinente gli istituti orari è stata stralciata e sarà discussa con il prossimo CCNI. A tale proposito verrà formulata una dichiarazione congiunta.
In merito al quadro indennitario, invece, manca ancora un accordo, poste le modifiche unilaterali portate al tavolo dall’Amministrazione.
Sulle indennità per particolari compiti, la richiesta che abbiamo presentato compattamente al tavolo è di rivedere il trattamento economico delle posizioni oggi indennizzate, con una maggiorazione (quasi simbolica) di 50 euro per chi assolve specifiche funzioni. La stessa Amministrazione, peraltro, non considera tali ruoli a esaurimento e il riconoscimento avrebbe luogo solo dal mese di dicembre per azzerare l’impatto sull’erogazione dell’incentivo.
Sulla cumulabilità delle indennità previste per gli informatici, abbiamo ribadito la richiesta di estendere la platea dei potenziali beneficiari, includendo anche chi svolge funzioni da STT. Diversamente l’Amministrazione perorerebbe una distinzione volta a squalificare il contributo offerto da questi ultimi, già ridotti al lumicino sui territori.
Sulle indennità per le posizioni organizzative, prendendo atto – ancora una volta – della volontà della controparte di procedere con una modifica anche a dispetto dei processi di riorganizzazione non ancora condivisi con le organizzazioni sindacali, abbiamo chiesto un aumento del 10%, sempre da dicembre 2024, rivolto a tutte le posizioni organizzative che non hanno visto alcun apprezzamento dal 2021, malgrado in alcuni casi siano cresciute le attribuzioni di responsabilità.
Il tempo stringe, le rappresentanze – con senso di responsabilità evidente – hanno fatto passi importanti per la costruzione di un’intesa coerente, in grado di dare qualche risposta alla platea di lavoratrici e lavoratori dell’Istituto.
A questo punto basta uno sforzo minimo della controparte per trovare una quadra condivisa.
Davvero l’Amministrazione vuole far saltare il banco?
FP CGIL Giuseppe Lombardo |
CISL FP Paolo Scilinguo |
UIL PA Sergio Cervo |
CONFSAL/UNSA Francesco Viola |