In questo inizio settimana sono stati denunciati malfunzionamenti di diversi applicativi INPS: da Webdom a Unex passando per Unicarpe, senza contare i disservizi registrati sulla posta elettronica Outlook.
Le problematiche diffuse pare abbiano rallentato notevolmente la produzione nelle sedi, mettendo a dura prova la pazienza delle colleghe e dei colleghi chiamati a svolgere l’ordinaria attività lavorativa a singhiozzo e pregiudicando – in alcuni casi – la qualità del servizio reso all’utenza.
Riteniamo, però, ingeneroso e ingiusto rovesciare le responsabilità sul mondo dell’informatica INPS, che sempre più spesso è costretto a lavorare in apnea.
Quando le cose vanno per il meglio, il contributo di chi serve l’Istituto viene dato per scontato; quando invece sorge qualche difficoltà, si va alla ricerca del capro espiatorio.
Su un tema come questo non è possibile fare ragionamenti semplicistici.
INPS è un bersaglio sensibile agli attacchi hacker e l’infrastruttura di base è estremamente complessa e stratificata. Possono quindi evidenziarsi zone di fragilità: un granello fuori posto può determinare un effetto domino.
L’Istituto, inoltre, opera sempre di più con fornitori esterni. In teoria l’obiettivo sarebbe garantire standard di servizio elevati; in realtà le risposte alle esigenze funzionali “interne” non sembrano sempre tempestive e all’altezza del compito.
Le risorse stanziate nella catena di appalti non aiutano a reperire risorse stabili e ben pagate, pronte a diventare parte dell’ecosistema digitale dell’Istituto. Si genera così dispersione di competenze e confusione.
Rovesciare sulle lavoratrici e sui lavoratori l’onere dei disservizi è un tiro al bersaglio a cui non ci prestiamo. Così come non vogliamo dare all’Istituto la colpa di una difficoltà tecnica che può insorgere.
C’è, però, una questione che va affrontata, con la massima onestà intellettuale e trasparenza. Come abbiamo chiesto in data 15 ottobre, è necessaria una maggiore condivisione sullo stato di avanzamento dei lavori finanziati dal PNRR.
Il rinnovamento, sia tecnologico che del patrimonio software, resta uno dei driver del cambiamento imposti a livello comunitario. In un Ente in cui ancora coesistono procedure lente e datate con altre che fanno ricorso all’Intelligenza Artificiale, diventa necessario spiegare alle rappresentanze sindacali come ci si sta muovendo, cosa è cambiato, qual è l’orizzonte temporale delle prossime trasformazioni. Un percorso costruttivo, che dimostrerebbe non solo la volontà di coinvolgere e non escludere chi opera all’interno dell’Istituto, ma il desiderio di rendere il discorso sull’innovazione autentico, non piegato a una mera retorica autoreferenziale o all’inseguimento di illusorie tendenze di mercato.
Non vogliamo spot sugli agenti del cambiamento: vogliamo capire in che direzione va l’INPS e vogliamo poter esprimere il nostro punto di vista. Lo meritano soprattutto le tante colleghe e i tanti colleghi che sono da poco in Istituto e che hanno diritto a conoscere la strada che si intende tracciare per il prossimo futuro.
Roma, 31.10.2024
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo