Al Presidente
Avv. Gabriele Fava
Alla Direttrice Generale
Dott.ssa Valeria Vittimberga
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: ADOZIONE “REGOLAMENTO PER IL DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE”
Il lavoro agile è una delle possibili modalità per effettuare la prestazione lavorativa. Esso è finalizzato al miglioramento dei servizi pubblici e all’innovazione organizzativa, garantendo l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro.
Il disposto dell’art. 36 del CCNL Funzioni Centrali 2019-2021 indica il quadro entro cui ciascuna Amministrazione ha regolamentato lo svolgimento dell’attività lavorativa in regime di smart working.
Dopo quattro anni dall’esperienza pandemica, che ha modificato profondamente le modalità attraverso cui l’Istituto opera garantendo servizi e prestazioni, la FP CGIL ritiene necessario adottare un “Regolamento per il diritto alla disconnessione” in seno all’Istituto.
L’evoluzione del contesto professionale ha infatti determinato una più intensa flessibilità nello svolgimento delle attività lavorative, grazie all’ausilio degli strumenti informatici che INPS ha celermente acquistato e fornito alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Ente.
Il rischio in controluce è che l’impatto di simili novità possa determinare un’eterogenesi dei fini: uno stravolgimento dei tempi dedicati all’attività lavorativa e una traduzione dello smart working in costante reperibilità.
È peraltro evidente come l’adozione di una fascia di contattabilità identica o quasi all’orario dell’attività lavorativa rischi di vanificare la distinzione contrattuale tra lavoro agile e lavoro da remoto: da un lato si impone l’orario contrattuale; dall’altro si fa salva la possibilità di contattare in qualunque orario il dipendente per una non meglio definita necessità. È un gioco a somma zero estremamente pericoloso, anche per il rischio burnout dei dipendenti, e si traduce in un indebito risparmio del datore sui controlli di sicurezza delle postazioni di lavoro (scaricando le responsabilità in materia al lavoratore).
Poiché nell’ancoraggio contrattuale è evidente la volontà di trovare un punto di equilibrio tra vita professionale e vita privata, si ritiene che INPS non possa più prescindere dalla definizione di un documento per garantire i tempi di riposo previsti.
È necessario, cioè, uno sforzo di sintesi per trasporre le regole auree in un unico riferimento regolamentativo, che affianchi le linee guida sul lavoro a distanza e consenta di mettere le persone che compongono la comunità INPS al centro del modello di lavoro.
In tal senso è fondamentale:
DISCIPLINARE L’ORARIO IN CUI POSSONO ESSERE TRASMESSE LE COMUNICAZIONI. Fatte salve le emergenze di carattere straordinario (eventi di calamità naturale), Hermes, Circolari o semplici e-mail non dovrebbero mai arrivare dopo le 19, né tantomeno nei giorni festivi o di riposo. Lo stesso vale per i messaggi di chat, a prescindere dal vettore tecnologico utilizzato (Teams o, peggio, Whatsapp). La giornata lavorativa non consta di 24 ore e la proliferazione di comunicazioni fuori orario rischia soltanto di rendere la rappresentazione delle urgenze estremamente confusa;
RISPETTARE I TEMPI DI PAUSA E LAVORO, convocando eventuali riunioni organizzative, gestionali o informative solo nelle fasce normalmente destinate all’attività lavorativa (9.30-12.30 / 14.30-16.00). Le stesse devono essere pianificate con un congruo preavviso ed è essenziale fornire eventuale documentazione correlata con almeno tre (3) giorni lavorativi d’anticipo;
SNELLIRE IL FLUSSO DI INFORMAZIONI CONDIVISE TRAMITE MAIL, individuando solo gli interlocutori realmente coinvolti e/o interessati al processo.
Sono poche semplici regole, che però rappresentano una linea di confine, uno spartiacque tra un’organizzazione del lavoro metodica e il caos entro cui, talvolta, sembra precipitare l’ordinaria azione amministrativa.
Certi della necessità qui manifestata, si rimane in attesa di riscontro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo