Anche in INL si sta ponendo un tema che ha riguardato altre Amministrazioni del Comparto: quello relativo all’attribuzione del corretto differenziale stipendiale agli idonei assistenti amministrativi entrati in servizio dopo il 1° novembre 2022.
Facciamo un breve riassunto dell’accaduto: INL, com’è noto, ha partecipato al concorso unico per assistenti amministrativi, inquadrati in fascia economica F2, gestito da Formez-RIPAM. I primi assistenti amministrativi entrano in servizio nelle varie Amministrazioni del comparto prima del novembre 2022 e viene loro attribuito il livello economico previsto dal bando di concorso – che, com’è noto, costituisce lex specialis. Il 1° novembre 2022 entra in vigore il nuovo ordinamento professionale previsto dal CCNL delle Funzioni Centrali 2019-2021, che abolisce le fasce economiche, lasciando impregiudicati i trattamenti economici già riconosciuti in precedenza ai lavoratori.
Quest’ultimo è un elemento fondamentale nella vicenda: perfino uno studente universitario, quando studia diritto del lavoro, sa cosa sono i “diritti quesiti”, ossia quei diritti riconosciuti dalla contrattazione collettiva, entrati a far parte del patrimonio di un lavoratore e che nessuna successiva contrattazione collettiva può più mettere in discussione. È evidente, quindi, che il CCNL 2019-2021, nel prevedere un nuovo sistema professionale, non poteva (né voleva) mettere in discussione le retribuzioni riconosciute finora ai lavoratori.
Cosa succede, invece? Che INL, sulla base di indicazioni ricevute dal Dipartimento della Funzione Pubblica e di discutibilissimi pareri ARAN, attribuisce agli idonei del concorso da assistenti amministrativi un differenziale economico più basso (pari alla vecchia fascia economica F1), invece di quello loro spettante (la vecchia F2).
Sappiamo che diversi assistenti amministrativi neoassunti sono interessati dalla questione, che determina una perdita economica e rappresenta un precedente molto pericoloso che mette in discussione proprio i diritti quesiti e perfino la certezza del diritto. Che poi sia proprio l’Ispettorato del Lavoro a fare questo, è il solito paradosso all’italiana.
Cosa succederebbe, infatti, se un ispettore del lavoro dovesse verificare che a un lavoratore è stato attribuito un inquadramento economico più basso di quello previsto? Farebbe spallucce o non dovrebbe forse intervenire nei confronti dell’azienda?
Come FP CGIL ci siamo già attivati nei confronti di altri Enti del comparto con una serie di diffide per chiedere il riconoscimento del corretto inquadramento economico.
Anche in INL avviamo ora questa campagna.
Chi fosse interessato potrà contattarci o contattare il delegato territoriale di riferimento per il proprio ufficio.
Come sempre, siamo dalla parte dei lavoratori, per tutelare i loro diritti.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |