LA FLESSIBILITÀ NECESSARIA
Stiamo entrando nell’ultimo trimestre dell’anno, quello normalmente votato al maggior sforzo produttivo. Le sedi che registrano difficoltà chiedono alle lavoratrici e ai lavoratori un impegno supplementare: tra la gestione dell’utenza e i carichi di lavoro quotidiani vanno azzerate anche le pratiche arretrate. Il delta negativo rispetto al fabbisogno dei dipendenti di certo non aiuta.
Per questa ragione, consci delle difficoltà che si sarebbero potute incontrare, già nel luglio scorso avevamo chiesto all’Amministrazione di adottare un approccio flessibile rispetto al dettato del messaggio 2371/2024, rimettendo alle singole strutture la possibilità di disciplinare lo smaltimento delle ferie in armonia con le decisioni individuali delle colleghe e dei colleghi.
Le ferie restano un diritto fondamentale e non è possibile imbattersi in sedi che – seguendo la rigida impostazione dell’Hermes – da un lato chiedono ai dipendenti di fruire delle ferie, dall’altro iniziano ad assegnare carichi di lavoro incompatibili con qualunque assenza o riposo.
Diversi territori sono in affanno, le deroghe – lo sappiamo – si renderanno necessarie. Onde non creare condizioni di disparità sarebbe auspicabile un atto di indirizzo dalle Risorse Umane che superi l’impostazione eccessivamente rigida adottata finora.
Come FP CGIL siamo la sola sigla ad aver portato la questione sul tavolo dell’ARAN, proponendo due modifiche alla disciplina del CCNL:
il primo mira a estendere fino ai 18 mesi dalla maturazione il periodo entro cui è possibile smaltire le ferie;
il secondo punta a superare la riduzione delle ferie maturate nei primi anni dall’assunzione, per consentire anche a chi entra in Istituto di fruire di regole identiche a quelle applicate alla generalità dei lavoratori.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo