Si è tenuto oggi, martedì 24 settembre 2024, l’incontro di ripresa delle trattative, dopo la pausa ferragostana, per il rinnovo contrattuale del Comparto delle Funzioni Centrali.
Come si ricorderà, la trattativa presso l’Aran per il CCNL 2022/2024 dei 193mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, Agid, Cnel ed Enac, è cominciata il 13 giugno scorso ed è proseguita con altri due incontri il 10 e il 23 luglio.
I primi tre incontri hanno registrato immediatamente le posizioni in campo. Da un lato, l’obiettivo di Aran di definire un contratto coerente e compatibile con la direttiva impartita dal ministro Zangrillo che, ferme restando le risorse disponibili (che permettono un incremento complessivo delle retribuzioni medie per il triennio, pari al 5,78 per cento), indica di distribuire quelle risorse in parte significativa (addirittura “prevalente”) sul salario accessorio, magari in cambio di una apertura sul versante dell’accesso al lavoro agile con modalità più flessibili per i cosiddetti lavoratori fragili.
Dall’altro lato, la posizione di buona parte delle rappresentanze sindacali che hanno dichiarato l’impossibilità di raggiungere un’intesa che non permette il recupero dell’inflazione registrata dal 2022 al 2024 e che ha sfondato il 17 per cento.
I conti sono stati presentati dall’Aran nell’incontro del 23 luglio e sono molto eloquenti confermando quanto abbiamo sostenuto sin da subito circa la loro assoluta insufficienza.
Infatti, per il 2022 e il 2023 non c’è un euro di arretrati e, quindi, il personale del comparto starebbe bene pagato con i pochi euro incassati a titolo di “indennità di vacanza contrattuale” (dai 10 ai 15 euro al mese circa). A scanso di equivoco l’Aran ha pure spiegato che la famosa “una tantum” corrisposta nel 2023 (gravava sul bilancio dello stato per circa 1 miliardo) non c’è più e, in ogni caso, era “salario accessorio” (tradotto: non era stipendio e non produceva alcun effetto di natura previdenziale). Tutte cose, queste, che noi abbiamo denunciato e continuiamo a denunciare da quando abbiamo visto la legge di bilancio 2023 e quella successiva per il 2024 (ricordate il volantino sul gioco delle tre carte?).
A completare il quadro l’Aran ha fatto presente che gli “anticipi” di dicembre scorso assorbono una parte importante delle risorse disponibili per il contratto: il 48 per cento circa.
Per intenderci, il governo mentre metteva i soldi nella legge di bilancio (per il 2024 poco più di 5 miliardi per tutto il pubblico impiego) decideva anche, unilateralmente, come spenderli non curante della trattativa da fare con le organizzazioni sindacali.
Il 23 luglio ci siamo salutati, quindi, con la conferma che per “gli statali” i soldi a disposizione permetterebbero un incremento delle retribuzioni (se messi tutti sul tabellare e non sul salario accessorio, come richiesto anche dalla Funzione Pubblica CGIL) per 110,40 euro per gli Operatori, 116,10 per gli Assistenti, 141,00 per i Funzionari e 193,90 per le Elevate Professionalità (che però oggi non esistono). A queste condizioni, al netto degli anticipi già corrisposti a dicembre scorso, materialmente per effetto della firma del Ccnl, i soldi in più nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori saranno: 57 euro circa per gli Operatori, 60 per gli Assistenti, 73 per i Funzionari e 100 per le Elevate Professionalità.
Fin qui il riepilogo delle puntate precedenti.
Nell’incontro di oggi, l’Aran ha presentato un nuovo testo “bozza di lavoro” che introduce un nuovo istituto e modifica (in parte) alcuni istituti già presenti nel Ccnl 2019/2021, sulla scorta di osservazioni e richieste avanzate al tavolo dalle organizzazioni sindacali negli incontri precedenti.
Infatti, anche come Funzione Pubblica CGIL, dopo l’incontro del 23 luglio abbiamo inviato all’Aran una serie di “appunti” sulle “bozze” fino ad allora circolate tese al miglioramento dei testi in considerazione delle nuove esigenze del personale e ad una più coerente applicazione da parte della generalità delle amministrazioni.
Sulle relazioni sindacali, c’è un avanzamento, ancora insufficiente, sull’informazione relativa al personale cessato dal servizio e la reale consistenza dei differenziali stipendiali da questo posseduto. Pur apprezzando il passo avanti, che permette di avere contezza dei differenziali stipendiali recuperati al Fondo, abbiamo chiesto però una norma più stringente sul fatto che le procedure di contrattazione stabilite dal Ccnl 2019/2021 (art. 14) hanno subordinato la determinazione dei differenziali attribuibili unicamente alle risorse disponibili nel Fondo Risorse Decentrate e decise dalla contrattazione integrativa, eliminando il veto del MEF che continua a imporre il limite del 50% di dipendenti aventi i requisiti.
Su ferie (pianificazione), congedi dei genitori (richiesta godimento frazionato), assenze per malattia (adeguamento a sentenze su indennità di mancato preavviso), diritto allo studio (accesso dei lavoratori a tempo determinato), welfare aziendale (possibilità inserire beni e servizi che non concorrono alla composizione del reddito), vari piccoli interventi di manutenzione sono stati proposti da Aran e che hanno visto anche il nostro intervento di merito.
Ma il punto di novità rispetto ai testi precedenti riguarda un articolo sul cosiddetto “Age management”. Il testo proposto indica “obiettivi e strumenti” che si presentano come mere enunciazioni prive di concreta sostanza. Una sorta di norma “programmatica” (come l’ha definita il presidente di Aran) che però, se non sostanziata e declinata, finisce per rimanere lettera morta o, peggio, dare la stura a quella volontà, annunciata nei giorni scorsi dal governo, di introdurre elementi di prolungamento dell’attività lavorativa ben oltre l’età pensionabile.
Da qui la nostra ferma contrarietà a forme surrettizie di superamento dell’età pensionabile. Cosa diversa sarebbe se nel contratto immaginassimo di inserire norme (e risorse) utili a favorire una maggiore e diversa valorizzazione dei lavoratori più esperti, o anche solo con una età più avanzata rispetto alla media del comparto/ente, per i quali prevedere il passaggio a una funzione o un ruolo di addestramento o per favorire lo scambio di competenze nei confronti di altri colleghi e/o dei nuovi assunti. Ovviamente si tratta di approfondire il tema, analizzare tutti gli aspetti organizzativi e non solo, declinare soluzioni e introdurre un sistema di relazioni sindacali adeguato a tal fine.
L’occasione è stata per noi utile per sostenere la necessità che il Ccnl 2022/2024 affronti e intervenga concretamente per dare risposte ai due fenomeni nuovi che stiamo conoscendo in questa stagione: da un lato, le rinunce alla presa di servizio dei neoassunti che fanno i conti con retribuzioni che non reggono l’impatto con la necessità di spostare le proprie residenze da una regione all’altra per centinaia di chilometri; dall’altro, le dimissioni volontarie di chi, dopo anni di lavoro in una amministrazione si sente demotivato, mortificato, esposto a carichi di lavoro insostenibili per lungo tempo e a maggior ragione con il passare degli anni.
Su tutto questo, pur non rinunciando a essere comunque l’organizzazione sindacale che fa dell’innovazione utile alle persone che vuole rappresentare la propria cifra distintiva, non v’è dubbio che rimane il tema delle risorse che il governo è disposto a mettere a disposizione dei contratti e dell’innovazione.
Per ora dal governo abbiamo solo segnali di depotenziamento dei contratti e del potere d’acquisto delle retribuzioni pubbliche ed è per questo che caratterizziamo questa stagione, come le precedenti, con la puntuale azione negoziale unita però alla necessaria capacità di mobilitazione e di lotta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i dipendenti pubblici.
Senza risorse aggiuntive che con la prossima legge di bilancio dovranno essere messe a disposizione, il contratto collettivo nazionale di lavoro non sarà in condizione di risolvere i problemi che abbiamo di fronte e, per questo, non sarà per noi sottoscrivibile.
Gli incontri con l’Aran proseguiranno martedì 8 ottobre. Come sempre vi terremo aggiornati.
Il Segretario Nazionale
Florindo Oliverio