“Riteniamo – scrive il Coordinamento – che per garantire un dibattito democratico andrebbe sempre data voce a tutte le parti in causa e in qualità di professionisti impegnati tutti i giorni a tutelare la salute delle persone, riteniamo necessario fare chiarezza per contrastare quella campagna mediatica che, già con le dichiarazioni del Ministro Giorgetti nel 2019, ha gravemente leso l’immagine dei medici di medicina generale e minato la fiducia dei cittadini, indispensabile nella relazione di cura”.
“Le ragioni che sono alla base della crisi dei servizi di emergenza urgenza, e non solo, risiedono nel definanziamento inarrestabile del Servizio Sanitario Nazionale, nell’inconsistenza di un solido e razionale progetto a sostegno della sanità pubblica, nel precariato, nel mancato potenziamento della medicina territoriale, nel carente ricambio generazionale e nelle politiche conflittuali che dividono i professionisti del mondo ospedaliero da quello territoriale. Riteniamo – si legge ancora – che tale narrazione rischia di risolversi in una caccia al colpevole scaricando le responsabilità nel contrasto tra Medici, operatori sanitari e cittadini, così come testimoniano gli episodi di cronaca degli ultimi giorni (Foggia, Pescara, Cagliari), anziché richiamare il Governo alla responsabilità di sistema nei confronti del SSN e dell’emergenza urgenza”.
“Al contrario una campagna d’informazione preventiva seria e costruttiva dovrebbe invece chiarire in maniera completa ed oggettiva l’origine dei problemi che affliggono il nostro SSN. Riteniamo che il problema possa essere avviato a soluzione attraverso un coerente e concreto sviluppo dell’assistenza territoriale e delle Case di Comunità, che veda finalmente i Medici di Medicina Generale come parte integrante del SSN, con un contratto di dirigenza e realmente organizzati in equipes operative che vedano garantite ai medici di assistenza primaria tutele che ancora oggi nel 2024 ci vediamo negate, tutela alla maternità, malattia, ferie, copertura INAIL, TFR. Oggi al Ministro Schillaci ed al Governo chiediamo come mai, se il lavoro che svolgiamo è davvero così invidiabile, poco impegnativo e molto ben remunerato, assistiamo alla continua fuga dalla professione da parte dei giovani medici e le zone carenti vanno sempre più spesso deserte lasciando interi territori senza l’assistenza cui tutti i cittadini avrebbero diritto? Non dovremmo forse tutti insieme capire che l’attuale rapporto di lavoro incentrato sulla libera professione è ormai antistorico, inefficiente per il sistema, inadeguato per i cittadini e ingestibile per i professionisti? Non basta la previsione, annunciata dal Ministro Schillaci in queste ore, di farci lavorare qualche ora in più nelle case di comunità, serve una vera riforma strutturale delle cure primarie che dalla formazione al contratto sia funzionale ad un’organizzazione multiprofessionale e integrata intorno alle persone”, conclude la Fp Cgil MMg.