Nella giornata di ieri l’Amministrazione ha incontrato le organizzazioni sindacali per aprire una riflessione sulle nuove modalità di conferimento delle posizioni organizzative.
Gli accorgimenti previsti nella bozza trasmessa alle organizzazioni sindacali riguardano principalmente la dimensione temporale: l’idea è di accelerare la tempistica delle procedure di selezione, prevedendo l’acquisizione delle domande di tutti gli interessati in un’unica soluzione.
Le istanze così trasmesse saranno valutate, dando priorità a quanti fruiscono di interpello; in assenza di una candidatura ritenuta valida, il Nucleo di Valutazione potrà vagliare direttamente i curricula e le professionalità degli altri candidati.
Tra le altre novità presenti nel documento segnaliamo:
la possibilità di ottenere l’incarico di responsabile di agenzia complessa dopo 5 anni di servizio e almeno 2 di titolarità PO (prima non c’era il criterio dell’anzianità, ma bisognava avere 4 anni da PO alle spalle nell’ultimo decennio);
la possibilità di diventare ottimizzatore delle agenzie aree metropolitane o collaboratore di gestione operativa dopo un anno di servizio in luogo dei due attualmente previsti.
Come FP CGIL ci siamo interrogati sul perché, di anno in anno, questo Ente mette in discussione le regole quadro per ottenere le PO. Il problema non è (solo) il merito in questo caso, ma il metodo.
La revisione ciclica del regolamento risponde a un obiettivo “politico” dell’Istituto: spronare i neoassunti a ricoprire ruoli di responsabilità.
Peccato che i modesti riconoscimenti economici finiscano col minare qualsiasi buon proposito: ridurre gli anni di servizio per ottenere un incarico non serve a nulla se poi esso non viene adeguatamente remunerato. Le posizioni resteranno scoperte e le aspettative saranno disattese.
Per evitare ciò è necessario un processo di professionalizzazione, che passa dal riconoscimento dei profili strategici e dall’aggiornamento del quadro indennitario. In altri termini, servono le risorse, serve la deroga al tetto imposto al Fondo Risorse Decentrate dalla legge Madia, perché – lo ripetiamo – senza soldi non si canta messa.
A tal proposito la Direttrice generale ha specificato che l’Amministrazione sta operando per trovare degli accomodamenti con Funzione Pubblica, nelle sue diverse articolazioni.
I ragionamenti, però, sembrano subordinati alla prossima legge di bilancio. E qui si conferma la necessità di una mobilitazione che la FP CGIL ha già messo in campo e che passa anche dal rifiuto di un CCNL che non consente a lavoratrici e lavoratori delle Funzioni Centrali nemmeno di recuperare il potere d’acquisto perso con l’inflazione.
Quanto alla proposta trasmessa, posto che la FP CGIL ha già espresso, nel recente passato, una propria riflessione sul tema, resta ferma l’idea che sia necessario adottare alcuni correttivi. Occorre:
diminuire il peso del colloquio (oggi 65 punti, a fronte di 25 punti per il percorso professionale e di 10 punti per il percorso formativo) e scalettare in maniera più articolata i titoli di studio, alla stregua di quanto già recepito dal CCNI e delle procedure concorsuali normalmente realizzate da INPS;
arginare temporalmente gli interim;
correggere un’evidente stortura: la revoca della PO può essere legata all’inosservanza delle direttive contenute nell’atto di conferimento, non alle direttive impartite dal dirigente!
Tutto questo sarà discusso ancora nei prossimi incontri. Nelle comunicazioni a margine, l’Amministrazione ha manifestato la volontà di aprire un bando di mobilità specifico per la Valle d’Aosta; ha anticipato l’apertura di un tavolo sul telelavoro a ottobre; ha confermato la volontà di procedere rapidamente col terzo bando per le progressioni verticali in deroga, non appena sarà formalizzato il DPCM di riferimento; e per la stabilizzazione dei comandi ha precisato che sono in corso colloqui col MEF, destinati a fugare perplessità interpretative insorte sul DPCM pubblicato il 30 novembre scorso. Come sempre, vi terremo aggiornati.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo