Incroceranno le braccia il 16 settembre i 135mila addetti del terzo settore socio-sanitario assistenziale educativo alle dipendenze delle strutture associate ad Uneba o che comunque applicano il Ccnl. Alla base della mobilitazione, avviata nei mesi scorsi con la proclamazione dello stato di agitazione e lo svolgimento di sit-in e presìdi di fronte le sedi delle Regioni e in tutte le province, il mancato rinnovo del Contratto nazionale, scaduto da quasi cinque anni. La protesta, indetta dai sindacati di categoria FP Cgil, Fisascat Cisl, FP Cisl, Uil Fpl e UilTucs nazionali, si svolgerà con presìdi organizzati a livello regionale.
In un comunicato unitario le organizzazioni sindacali hanno stigmatizzato lo stallo negoziale.
“Un contratto scaduto da quasi cinque anni, una piattaforma di rinnovo presentata 44 mesi fa, oltre due anni di estenuante trattativa: questa è la situazione nella quale si trovano le circa 135.000 lavoratrici e lavoratori dipendenti delle strutture socio-assistenziali, socio-sanitarie e socio-educative associate ad Uneba o che comunque applicano il Ccnl”, recita la nota congiunta.
Lo sciopero è stato confermato anche dopo l’ultimo incontro con l’associazione datoriale del 12 settembre, sebbene Uneba abbia palesato un sostanziale passo indietro sulle posizioni ritenute dai sindacati inaccettabili, un parziale dietrofront ascrivibile al percorso di mobilitazione avviato nei mesi scorsi. Al momento Uneba, dichiarando la volontà ad intraprendere un negoziato che accorci i tempi del rinnovo entro il mese di giugno 2025, si è resa disponibile a rinnovare ad incrementare le quantità economiche, superando, quindi, la precedente proposta a titolo di anticipo che ha portato alla rottura della trattativa. Verrebbe meno, da parte datoriale, anche la pregiudiziale – da sempre posta al tavolo – in merito alla necessità che il 50% del costo del rinnovo contrattuale fosse posto a carico delle istituzioni pubbliche.
I sindacati, pur prendendo atto di queste novità, hanno valutato contestualmente insufficiente la disponibilità datoriale ai fini di una eventuale sospensione dello sciopero programmato, che resta pertanto confermato con l’obiettivo di costruire una adeguata risposta delle lavoratrici e dei lavoratori all’approccio che Uneba ha avuto nei confronti di un rinnovo che dovrà essere in linea con le attese di chi lavora ed in linea con i rinnovi contrattuali già siglati nel settore.
“Il 16 settembre – conclude la nota unitaria – si procederà allo sciopero con presìdi in ogni regione con la presenza delle segreterie nazionali, per gridare ‘Rinnovo Subito’; tutto questo rappresenta solo l’inizio di una battaglia che si concluderà solo quando le lavoratrici e lavoratori di questo settore non avranno il giusto riconoscimento economico e normativo”.
Della situazione, dichiarandosi Uneba coerente con i principi e i valori cristiani, sono state informate anche le autorità ecclesiastiche locali, chiamate a confrontarsi con le organizzazioni sindacali e con le lavoratrici e i lavoratori sulla situazione di stallo negoziale e sulle gravi ripercussioni sociali ed economiche dettate dal mancato rinnovo contrattuale.