Come riportato nel precedente comunicato del 2 luglio 2024, le OO.SS. e l’Amministrazione si sono confrontate sull’ipotesi di accordo per l’incentivo funzioni tecniche relative al vecchio Codice degli Appalti – Dlgs. 50/2016.
Sebbene tale accordo avrà una validità limitata di un anno, in ragione dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti, talune sue previsioni non hanno trovato la nostra condivisione.
Come FPCGIL abbiamo sostenuto con forza che nulla di quanto previsto nel vecchio Codice e nel DM impedisse una loro ripartizione tra il personale che ha svolto l’attività, posto anche il limite del 50% di cui all’art. 8 del DM.
In concreto, le somme accantonate che avrebbero potuto essere disponibili per la ripartizione ammontano a euro 368.651,10, ma la quota che sarà ripartita tra i lavoratori sarà di soli euro 138.744,22. Questo perché l’Amministrazione ritiene che le somme spettanti al personale Dirigenziale, siccome “non concorrono alla ripartizione del fondo” (art. 113 vecchio Codice e art. 1 DM), vadano in economia di bilancio, in base alle linee guida ANCE e all’esperienza consolidata di altre Amministrazioni Centrali. Eppure, il DM n. 116/2023, all’art. 3 comma 2, usa l’espressione “non corrisposte”, che è diverso dal concetto di “ripartizione”.
Non si tratta unicamente di una mera questione interpretativa, ma anche sistematica. All’art. 2 comma (6), il DM 116/2023 recita: “La ripartizione dell’80 per cento delle risorse avviene con le modalità e i criteri di ripartizione previsti in sede di contrattazione decentrata integrativa del personale“, criteri però che ci sono stati sottratti da questa interpretazione della lettera del DM.
Questo aggrava ulteriormente la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti/e, stante la mancata attivazione del Fondo prima del 2022, dovuta al ritardo con cui la nostra Amministrazione si è dotata del necessario DM e che quindi ha in sostanza impedito ai lavoratori di percepire la giusta retribuzione per le mansioni svolte dal 2016 al 2022.
L’Amministrazione non ha tuttavia accolto le nostre istanze poiché, nel loro modo di vedere, non compete al DAG interpretare una norma di legge. Le altre sigle sindacali, nonostante alcune di esse abbiano provato a sostenere la nostra posizione al tavolo, hanno infine ritenuto sufficientemente persuasive le ragioni opposte dall’Amministrazione.
Per noi, tuttavia, esse sono inaccettabili ed è per questo motivo che la FPCGIL ha deciso di non sottoscrivere l’accordo.
Si tratta di una decisione grave e a lungo discussa, ma di fronte alla sottrazione di 230.000,00 euro dall’equa retribuzione dei lavoratori non possiamo e non vogliamo prestare acquiescenza.
A questo punto faremo comunque le nostre valutazioni su tutte le possibili strade da intraprendere per tutelare gli interessi dei lavoratori. Vigileremo soprattutto affinché il prossimo Accordo – che sarà necessario in vista dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti, avente regole differenti di accantonamento dell’incentivo – simili inaccettabili chiusure ad esclusivo danno dei lavoratori non vi siano più.
Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca