MEF – Nuovo round di negoziazioni CCNI – CUT e PEO

12 Luglio 2024

Nella giornata di ieri si è tenuta una nuova riunione di discussione sull’ipotesi di accordo CCNI per il MEF. L’Amministrazione in questo incontro ha presentato i dati richiesti dalle OO.SS. circa l’aspetto economico delle indennità.

Da essi apprendiamo che, nel 2022, le indennità hanno contato per il 6,19% del FRD, con una spesa ammontante a circa 4 milioni e 430mila euro. L’Amministrazione ha poi fornito ulteriori dati comparativi sulla spesa per le varie indennità nel 2022 e nel 2023, che evidenziano una riduzione dell’uso delle risorse per le indennità di turno.

Quindi, a fronte di un uso sempre inferiore delle risorse stanziate per questo tipo di indennità, le somme inutilizzate hanno dovuto attendere la liquidazione in consuntivo – un anno più tardi – per poter essere redistribuite fra tutti i lavoratori; inoltre, la spesa per indennità rispetto al totale del FRD – il fondo di tutti i lavoratori e le lavoratrici – è comunque residuale: solo ipotizzando un taglio drastico di queste posizioni – con un risparmio di almeno 2 milioni di euro – si potrebbero ottenere aumenti annuali consistenti di retribuzione variabile (che altrimenti sarebbero limitati a poche decine di euro annuali).

Il fatto è che queste indennità esistono per retribuire lavoratori e lavoratrici che svolgono il proprio servizio in condizioni disagevoli, e che se anche ne chiedessimo l’eliminazione, cosa in teoria praticabile riconvertendole in altra voce, qualcuno dovrebbe comunque continuare a svolgere – a quel punto, senza il congruo corrispettivo. E questo non è possibile.

Tuttavia, al momento, l’Amministrazione ha chiarito che tali indennità le sono indispensabili al fine di “far funzionare la macchina amministrativa”, soprattutto in un momento in cui il MEF vede la nascita di due nuovi Dipartimenti.

Noi di FPCGIL pensiamo che il problema non risieda nell’esistenza di queste indennità, ma nell’assicurarsi che esse riducano un effettivo disagio lavorativo indennizzando, appunto, il lavoratore. Pensiamo anche che, talvolta, il problema risieda nel modo in cui esse vengono elargite. Il punto non è se un collega goda o meno di una indennità per un lavoro disagevole, ma come quel collega sia stato selezionato; il punto reale è se egli svolga effettivamente le mansioni per le quali percepisce una indennità

aggiuntiva; il punto è che l’onere lavorativo di quelle mansioni non sia riversato sulle spalle di un collega che non la percepisce; e soprattutto, il punto è che vi sia trasparenza su chi le percepisce.

Insomma, il problema, come ci avete segnalato nella scorsa assemblea, non è l’esistenza o meno di queste indennità, che pesano sul Fondo per un ammontare comunque residuale, ma il modo in cui vengono gestite; perché quando si pagano indennità su meccanismi selettivi anziché sul riconoscimento di una condizione queste creano diseguaglianze.

Ebbene: per l’Amministrazione sono così fondamentali? Sta bene; ma dovendole pagare con l’FRD deve non solo confrontarsi con le OO.SS. sulle procedure con cui le individua, elargisce e le gestisce: deve ascoltarci concretamente soprattutto sul tema PO; se all’Amministrazione le indennità sono indispensabili per il “funzionamento della macchina amministrativa”, ai lavoratori che non la percepiscono, e che quindi non sono direttamente interessati da questa tematica, è indispensabile avere flessibilità: flessibilità di orario di servizio, accesso a smart/coworking, prospettive di carriera, valorizzazione e formazione. E queste parti dell’accordo devono essere ancora affrontate.

L’Amministrazione su tutte queste tematiche ha già manifestato la volontà di confrontarsi; se queste sono le basi, noi come FPCGIL vogliamo dare fiducia e andare avanti. Avanti perché si arrivi presto alle prossime PEO; avanti perché a dicembre scadono le policies smart e coworking; avanti perché il nostro CCNI non viene rinnovato da 12 anni, tirando alla giornata con accordi in stralcio senza alcuna prevedibilità per i lavoratori e le lavoratrici, ed è giunta l’ora di avere un CCNI più moderno e adeguato che voglia riconoscere professionalità piuttosto che emolumenti riparatori/risarcitori. Il sistema indennitario può essere messo in discussione solo creando alternative e rimuovendo le condizioni che ostacolano la crescita e valorizzazione a vantaggio di vecchie pratiche “salvacoscienza”.

Nel prossimo incontro, organizzato per il 30 luglio, ci si confronterà nel merito di questi istituti, a cominciare da PEO e PO, e continuando a lavorare su questo rinnovo contrattuale.

Varie & eventuali

Parallelamente alla discussione sul CCNI, oggetto del precedente comunicato, la riunione odierna è stata anche l’occasione per chiedere informazioni varie.

È stata ribadita da parte dell’Amministrazione la disponibilità alla definizione delle prossime procedure PEO. Chiaramente, esse presuppongono un accordo di massima, beninteso provvisorio, sulla totale ripartizione del FRD – quindi, anche della parte legata alle indennità di cui si è parlato profusamente. La disponibilità dell’Amministrazione di accelerare, anche in stralcio, sulla procedura non esonererà quindi le Parti del tavolo dal trovare un consenso sul Fondo nella sua interezza.

È stata anche data informativa circa il pagamento del prossimo CUT 2022, che dovrebbe avvenire nel mese di agosto 2024.

Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca

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