INPS – Cambio famiglia professionale: serve un’altra risposta

09 Luglio 2024

Nel pomeriggio di oggi si è tenuto l’incontro tra Amministrazione e organizzazioni sindacali. All’ordine del giorno il “Regolamento per il cambio di famiglia professionale nell’ambito delle Aree previste nel vigente Ordinamento”.

Nel corso dei mesi passati, più volte la FP CGIL è tornata sul punto, segnalando la necessità di attivare un percorso per i cambi profilo: dagli ispettivi agli informatici di sede (STT) era ormai evidente l’esigenza di lavorare in questa direzione.

La bozza trasmessa è però molto distante da ciò che avevamo richiesto, non tenendo in debita considerazione né il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella definizione dei percorsi, né la volontà dei singoli di mettersi in gioco.

In tal senso il reinquadramento in un diverso profilo ha una duplice natura. Esso deve:

  • rispondere a un’esigenza di funzionalità per l’Istituto;

  • valorizzare un’aspirazione professionale del dipendente.

È proprio su questo secondo elemento che registriamo pesanti punti di caduta.

Prendendo a riferimento l’accordo sottoscritto nel 2020, a essere saltato nel nuovo impianto è il combinato disposto degli artt. 5 e 6, che disciplinavano la possibilità di mobilità orizzontale a richiesta del dipendente o per motivi di salute, categoria – questa – residuale ma che non può essere cancellata con un colpo di penna.

Con la nuova impostazione, il cambio di famiglia diverrebbe funzionale solo ed esclusivamente alle esigenze della sede, eliminando, anche in potenza, la finestra che ha consentito o potrebbe consentire al singolo di sfruttare la flessibilità dell’Istituto per riorientare il percorso di crescita lavorativa.

Prevale, inoltre, una certa confusione sul metodo che INPS intende adottare. E nella confusione, lo sappiamo per esperienza, domina la discrezionalità. Un esempio su tutti: l’art. 3 c. 6 specifica che i candidati potranno essere sottoposti a eventuale colloquio diretto per accertare le competenze nel nuovo ambito. Chi accerta tali competenze? Quali sono quelle eventualmente oggetto di verifica? Chi segnala la carenza di una candidatura e in che momento si ravvisa la necessità di un colloquio? Tutto questo la bozza non lo specifica.

Non si comprende, poi, il disposto dell’art. 4, dove rispetto a un impianto già molto generoso, il margine di deroga che l’Amministrazione avoca a sé sembra essere ancora più stridente.

Abbiamo chiesto, quindi, di riformulare la proposta, ripartendo dall’impianto previsto dall’accordo del 2020, al netto di eventuali accorgimenti procedurali: ciò per evitare di trasformare un interesse reciproco delle parti in uno strumento muscolare di intervento.

Abbiamo chiesto, altresì, di classificare meglio competenze e titoli per i diversi profili, per evitare ogni discrezionalità di sorta. Riteniamo, infine, sia necessario collegare questo iter a una ricognizione periodica delle esigenze (su base annua?) in modo da garantire flessibilità all’organizzazione.

A latere dell’incontro abbiamo:

  • segnalato l’anomala posizione degli ex Assistenti informatici transitati nella famiglia dei Funzionari con le progressioni in deroga: l’indennità percepita è rimasta quella del vecchio inquadramento. L’Amministrazione ha promesso una verifica per fornire riscontro;

  • chiesto per il prossimo confronto un aggiornamento della documentazione fornita nel mese di marzo rispetto alla fruizione media del lavoro agile. Vogliamo capire se, a valle delle nuove linee guida per il lavoro a distanza, qualche territorio non abbia approfittato del nuovo regime per restringere il numero dei giorni disponibili o ampliare a dismisura le fasce di contattabilità. L’Amministrazione si è detta disponibile a fornire gli elementi richiesti.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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