Si è svolto stamattina l’incontro tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione. Come anticipato nei giorni scorsi, oggetto del confronto erano la situazione della vigilanza ispettiva, alla luce della fine del ruolo a esaurimento, e la contrattazione integrativa.
Vigilanza
Con riferimento al primo punto, come FP CGIL abbiamo richiamato i lavori parlamentari di ieri: con l’adozione degli emendamenti presentati al d.l. Agricoltura era stato di fatto anticipata, prima del confronto odierno, l’entità di assunzioni previste. Le 403 unità che dovrebbero potenziare l’organico sono desunte tenendo in considerazione i pensionamenti intervenuti dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2023. Ad oggi altri 27 pensionamenti dovrebbero aver ridotto l’organico a disposizione.
In tal senso abbiamo rilevato che:
il dato così concepito è poco significativo ai fini di un’efficiente allocazione delle risorse che, come sigla, continuiamo a chiedere nell’interesse stesso della funzione ispettiva. Vanno illustrate al tavolo sindacale le cessazioni intervenute sui diversi territori: il dato aggregato ci dice poco sulle sofferenze registrate dalle singole Regioni. Riteniamo, pertanto, che il dato debba essere riclassificato e scorporato su scala regionale, per rispondere alle carenze d’organico effettive e al ritardo maturato negli ultimi sei anni;
con il Messaggio Hermes 1636/2024, INPS aveva attivato il reinquadramento nel profilo Vigilanza secondo quanto disposto dal Legislatore. Abbiamo chiesto quante unità saranno così ricollocate. Poiché il Decreto ha per sua stessa natura carattere d’urgenza, non riteniamo utile una strada che punti ad arruolare risorse esterne quando in INPS sono presenti lavoratrici e lavoratori che hanno compiuto, anche in altri Enti, l’attività ispettiva. Pensiamo a chi aveva vinto un concorso in INPS optando poi per il cambio profilo, ma pensiamo anche agli assunti da INL e INAIL nelle ultime tornate: colleghe e colleghi che hanno già una formazione specifica in materia. C’è un profilo di opportunità e legittimità che non può essere ignorato. L’Amministrazione ha specificato che secondo le loro ricognizioni solo 7 risorse avrebbero i requisiti rispondenti alla norma, ma la Direttrice generale ha aperto – in tal senso – alla nostra proposta per un reinquadramento anche degli altri interessati alla fine dell’anno, sulla scorta dei pensionamenti 2024;
se l’obiettivo è quello di rafforzare la Vigilanza, non si dovrebbero poi escludere, a nostro avviso, gli amministrativi che popolano la famiglia professionale dei Funzionari, qualora essi intendano cambiare profilo per iniziare un nuovo corso all’interno dell’Istituto;
nell’attesa di capire se esisterà una cabina di regia (DC Vigilanza) per agire in sinergia con le altre istituzioni coinvolte, continuiamo a insistere sull’opportunità di presentare un piano di formazione specifico, esteso anche al personale ispettivo già in forza all’Ente, nonché un meccanismo sinergico tra Avvocature e ispettivi per valutare la tenuta in giudizio dei verbali. Se non operiamo adesso in questa direzione rischiamo di restare nell’impasse;
Valorizzare la vigilanza vuol dire dare il giusto riconoscimento a quei funzionari non apicali che ancora attendono un passaggio. Veniamo così alla contrattazione integrativa.
Contrattazione integrativa e crescita professionale
Abbiamo riproposto i nostri temi:
sì alla costituzione della Quarta Area, anche con un contingente ridotto purché parta subito, valorizzando in primis le tante professionalità presenti sui territori che assolvono già oggi funzioni straordinarie rispetto al loro inquadramento. In relazione a quanto espresso da altre sigle alziamo la guardia, però, circa il rischio di considerare funzionari alla stregua dei dirigenti: la remunerazione corrisponde alle attribuzioni. Una investitura diversa non può alterare il quadro definito dai CCNL;
no alle modifiche al quadro indennitario finché l’Amministrazione non presenterà i profili professionali del futuro. Esistono indennità anacronistiche e posizioni organizzative sottovalutate: o si ridiscute integralmente il tema, o la CGIL non è disponibile a intervenire per minimi correttivi che sembrano cuciti su misura di pochi fortunati;
progressioni per chi è rimasto al palo nei precedenti giri. La CGIL già l’anno passato indicò per prima la necessità di valorizzare maggiormente i titoli, anche con una differenziazione più accentuata nella forbice, scontrandosi con le resistenze espresse al tavolo. Lo sostenemmo per un motivo evidente: con le massicce immissioni del 2019 e del 2023, presto o tardi l’anzianità di servizio non sarà più un criterio utile. Possiamo permettere, allora, che la sola anzianità anagrafica diventi lo spartiacque, per accedere o meno a una progressione? O vogliamo rimettere tutto alle valutazioni individuali, consegnando alla discrezionalità dei dirigenti la crescita professionale del singolo lavoratore? A nostro avviso no. Ecco perché abbiamo chiesto di approfondire la proposta: se si cambia il sistema per estendere le progressioni a tutti, facendo leva su una differenziazione dell’esperienza professionale tra chi ha avuto una progressione e chi è rimasto senza, siamo disponibili al confronto come dichiarato anche negli incontri precedenti; se cambiano solamente alcuni elementi, il rischio di innescare una spirale confusionaria è evidente. E non possiamo permettere doppi passaggi mentre troppe lavoratrici e lavoratori sono ancora alla finestra di un riconoscimento. Per evitare questo serve il contributo dell’Amministrazione: partiamo dai numeri e studiamo su di essi le idee.
Purtroppo il mefitico clima da campagna elettorale fa sì che qualcuno abbia demenzialmente riassunto il confronto come un’opposizione di questa sigla. Era già successo in passato, quando ci opponemmo allo Smart Friday e sempre i soliti noti dissero che invece eravamo favorevoli, avvelenando i pozzi. Confidiamo sia malizia e non incapacità di comprendere: sarebbe preoccupante. Apprezziamo, però, la loro curiosità per la nostra posizione: se interessati siamo disponibili a spiegarla anche con disegnini di supporto.
Resta, sullo sfondo, il tema del tetto al Fondo, su cui abbiamo chiesto un chiarimento alla Direttrice generale. È stato confermato, in questo senso, l’avvio di un’interlocuzione a tutti i livelli, che ha coinvolto anche la Presidenza dell’Istituto. L’obiettivo è emulare quanto già avvenuto per le Agenzie fiscali. Confidiamo in futuri aggiornamenti.
Varie
L’Amministrazione, a margine della riunione, ha precisato che:
i differenziali stipendiali 2023 saranno pagati nel mese di agosto;
i saldi incentivanti per lo stesso anno saranno regolarmente pagati a luglio;
nel mese di luglio INPS conta di definire la procedura di mobilità per il personale in comando.
Roma, 03.07.2024
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo