Carceri: Fp Cgil, Garante difenda diritti detenuti, non governo

30 Aprile 2024

“A 18 mesi dall’insediamento del Governo Meloni le prospettive di vedere modificate le condizioni detentive di chi si trova in privazione della libertà e del personale che è incaricato di curare l’esecuzione di detti provvedimenti non pare migliorare, anzi è decisamente peggiorata. A sostegno delle posizioni rigide del Governo giunge anche il Garante Nazionale delle persone private della libertà: il nuovo Ufficio, insediatosi da due mesi, non appare allarmato da questa situazione di grave disagio, anzi sostiene le posizioni del Governo senza tuttavia suggerire soluzioni che possano nel breve e medio termine arrecare sollievo alle persone detenute e quindi anche al personale penitenziario”.
Lo scrivono in una nota Carla Ciavarella (Coordinatrice nazionale FP CGIL Dirigenza Penitenziaria), Paola Fuselli (Coordinatrice nazionale FP CGIL Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità) e Roberto Mascagni (Coordinatore nazionale FP CGIL Dipartimento Amministrazione Penitenziaria).
“L’introduzione di nuove fattispecie criminose nel codice penale, l’innalzamento della durata delle pene detentive, l’inasprimento dell’applicazione delle misure cautelari (anche per i reati di lieve entità) hanno come conseguenza inevitabile l’aumento delle presenza in carcere. La situazione del nostro sistema penitenziario per adulti e minori – spiegano – non solo viola la dignità e i diritti umani dei detenuti, ma rappresenta anche un serio ostacolo al loro reinserimento sociale. Gli sconti di pena, le misure deflattive, l’incremento della concessione di misure alternative rappresentano strumenti essenziali che riducono concretamente le presenze in carcere e che sono un valido incentivo per i detenuti a percorrere vie di riabilitazione”.
“Gli investimenti devono essere focalizzati sulle risorse umane: nuove assunzioni e aggiornamento professionale del personale in servizio. Non solo polizia penitenziaria, ma assistenti sociali, funzionari giuridico pedagogici, funzionari pedagogici, mediatori culturali, educatori, funzionari contabili ed assistenti amministrativi. Sollecitiamo dunque il Garante nazionale e tutte le istituzioni competenti – concludono Ciavarella, Fuselli e Mascagni – a promuovere attivamente politiche che garantiscano non solo l’ordine e la sicurezza, ma anche la dignità e il rispetto dei diritti umani di tutte le persone coinvolte dentro e fuori dal carcere, e siamo pronti a partecipare ad un dialogo costruttivo su questi temi”, concludono.

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