In questi giorni il personale sta ricevendo le schede obiettivi. In particolare, per quanto riguarda la
vigilanza segnaliamo quelle che sono, a nostro parere, due anomalie: anzitutto ci risulta che
dappertutto gli obiettivi individuali assegnati siano numerici, indicando il numero minimo di pratiche
che ogni ispettore deve fare nel corso dell’anno. Questo determina un primo problema di non poco
conto: cosa succede se l’ispettore/l’ispettrice nel corso dell’anno non è più in grado di realizzare gli
obiettivi individuali assegnati, ad esempio per una lunga malattia o una gravidanza? Rispetto a
questo, non ci risulta siano stati previsti correttivi.
Eppure, in una logica di Processo e di Team (se davvero in INL si ragionasse in una logica di Processi
e Teams) sarebbe molto più razionale assegnare quegli obiettivi non semplicemente al singolo
lavoratore, bensì al processo e/o al team, così da poterli poi successivamente ricalibrare in situazioni
come quelle sopra indicate e considerare l’obiettivo individuale come il contributo che ciascun
lavoratore dà al raggiungimento degli obiettivi del gruppo.
Secondo punto: siamo consapevoli che uno degli obiettivi assunti con l’UE riguardava l’aumento del
numero delle ispezioni e che l’anno scorso la mobilitazione ne ha rallentato il raggiungimento. È
importante ricordare, però, che la mobilitazione e il terzo sciopero nazionale del personale sono stati
prodotti da situazioni non volute dai lavoratori dell’INL, su cui si è intervenuti – in modo parziale –
solo dopo mesi e mesi di lotta.
Oltre a questo, riteniamo anche che non ci si possa limitare ad un aumento sic et simpliciter del
numero delle ispezioni senza considerare altri elementi, quali ad esempio il numero dei lavoratori
coinvolti nell’accertamento o il tipo di violazioni che possono venire in rilievo nel corso dello stesso.
Detto in parole povere: un conto è fare dieci ispezioni in piccoli esercizi commerciali, un altro è fare
una maxi-ispezione a una grande azienda della logistica o di un cantiere edile e alle sue aziende in
subappalto con decine di lavoratori coinvolti. Sono situazioni che non possono e non debbono essere
messe sulle stesso piano. Aggiungiamo un altro elemento: la complessità dell’attività ispettiva è
molto aumentata negli ultimi anni, non solo per gli adempimenti richiesti al personale ispettivo, ma
anche per il tipo di verifiche da effettuare (se davvero si vuol fare tutela e non solo numeri).
Da anni sosteniamo testardamente che la quantità e la qualità delle ispezioni possono andare di pari
passo solo a condizione che la prima non prevalga sulla seconda. Non possiamo tornare schiavi della
logica dei numeri, se questa non garantisce un’effettiva tutela dei lavoratori e se rischia di condurre
l’INL all’irrilevanza sul piano politico-istituzionale. Per questo, riteniamo necessaria un’azione
ispettiva ad ampio raggio, capace di coniugare la presenza sul territorio con visite ispettive più
semplici assieme ad attività più complesse, che richiedono quindi maggiore approfondimento e
tempo, ma portano anche maggiori risultati e un impatto più rilevante.
Non si può pensare di scaricare numeri sui lavoratori, in una situazione in cui – è bene ricordarlo –
non sono state ancora risolte le questioni legate all’appetibilità economica dell’INL, gli ispettori
tecnici neoassunti non sono ancora pienamente in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi
e la dotazione organica è ancora lontana dall’essere ottimale.
Ad impossibilia nemo tenetur, recita un vecchio brocardo: “Nessuno è tenuto a garantire
l’impossibile”. Chiediamo, quindi, che siano posti correttivi alle schede obiettivo, altrimenti non saranno i lavoratori a risponderne.
Aggiungiamo una chicca che sarebbe presente in alcune schede obiettivo e che dimostra la
situazione informatica dell’Ente: tra gli obiettivi individuali assegnati ai singoli lavoratori ci sarebbe
quello di assicurare tempestivamente la fornitura dei dati di vigilanza non gestiti dagli applicativi
dell’INL. Riteniamo che quest’obiettivo debba essere capovolto: non sono i dipendenti a dover
rispondere di questa carenza e a dovervi supplire, ma è l’INL che deve assegnarsi l’obiettivo di non
chiedere più dati ai propri dipendenti entro il 2024, implementando rapidamente i propri applicativi.
Nel frattempo, diamo atto all’Amministrazione che, finalmente, dopo anni di richieste da parte
nostra e dell’intero tavolo sindacale si stanno consegnando i cellulari di servizio a tutti i dipendenti.
Segnaliamo, peraltro, che in alcuni uffici il personale ispettivo neoassunto non risulta ancora
assegnatario di computer per poter lavorare e, soprattutto, restiamo in attesa di sapere quando il
personale verrà dotato di un software per l’elaborazione di buste paga, così da esser messo in
condizione di effettuare i calcoli necessari ai verbali ispettivi, all’emanazione di diffide accertative,
per le conciliazioni e per le ordinanze. Sarebbe ora di risolvere subito anche questo, dopo anni di
attesa: non ci è sempre stato detto che non vi sono problemi di sorta nel bilancio dell’Ente rispetto
all’acquisto di materiale informatico?
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano