Nella giornata del 13 febbraio è proseguito il confronto sulla direttiva missioni e sul regolamento per l’attribuzione degli incarichi di PO.
Rispetto alla direttiva missioni apprezziamo i passi in avanti finora svolti. Si tratta di un documento che potrà dare un’interpretazione univoca su un tema così rilevante. Riguardo al tema del riconoscimento dei 10 km, questo sembra emergere dal documento e ci auguriamo che, una volta che la direttiva sia approvata, si effettui una verifica riguardo alla sua omogenea applicazione in tutto il territorio, sia sul riconoscimento del rimborso anche al di sotto dei 10 km, sia su tutto il resto, anche al fine di non vanificare lo sforzo finora effettuato.
Un elemento di chiarezza si rende però ancora necessario: abbiamo chiesto che tutte le convenzioni assicurative cui l’INL finora ha aderito tramite il sistema CONSIP siano messe a disposizione di tutti i lavoratori, tramite pubblicazione in apposita sezione dell’Intranet. Così, ad esempio, si potrà sapere quante sono le convenzioni cui finora INL ha aderito (non si comprende, ad es., se sia ricompresa anche un’assicurazione per il terzo trasportato e in che termini).
Sul punto, riprendiamo quanto abbiamo recentemente scritto in un precedente comunicato: è importante rendere appetibile questo Ente. A tal fine, si potrebbe fare buon uso dell’art. 34 del CCNL, che prevede la possibilità che le Amministrazioni stipulino assicurazioni in favore dei dipendenti autorizzati all’uso del proprio veicolo, per coprire quei danni che non sono compresi nell’assicurazione obbligatoria.
La discussione è poi proseguita sul regolamento di attribuzione degli incarichi di PO. In questo caso, nonostante qualche luce, permangono le ombre. Abbiamo apprezzato che l’Amministrazione si sia resa disponibile a riformulare la parte relativa alla responsabilità del procedimento, laddove si tratti di procedimento ispettivo, evidenziando che in tal caso la responsabilità ultima è in capo all’ispettore.
Abbiamo anche apprezzato la rimodulazione dei punteggi attribuiti nella procedura, tesi a ridurre il valore dell’esperienza. In proposito, abbiamo proposto di addivenire a una soluzione speculare a quella già prevista nel regolamento vigente, per cui la ripartizione del punteggio tra esperienza e titoli da un lato e colloquio dall’altro è paritaria. Riteniamo, pertanto, che il peso attribuito all’esperienza pregressa debba ulteriormente essere limato in favore del colloquio pubblico, così da rendere il tutto più equilibrato.
Totale contrarietà abbiamo espresso rispetto all’eliminazione del vincolo coniugale e/o di parentela con il dirigente della sede o con un altro responsabile all’interno della stessa sede. Questo vincolo è tuttora presente nel regolamento attuale e in alcuni casi ha anche evitato che INL finisse alla ribalta delle cronache. Andarlo a togliere non solo sarebbe un pericoloso passo indietro rispetto alla
situazione attuale, ma potrebbe poi portare gli organi competenti a doversi interessare di spiacevoli situazioni, facendo fare a INL l’ennesima figuraccia che avrebbe potuto evitare.
Stesso discorso riguarda il tema della rotazione degli incarichi. Serve a poco scrivere che l’INL favorisce la rotazione del personale; è un po’ come dire che si è a favore della pace nel mondo, una petizione di principio priva di valore, se non viene poi effettivamente applicata nella quotidianità.
Proprio per questo, riteniamo che non si possa continuare a prorogare in eterno lo status quo e occorre iniziare a garantire sul serio la rotazione, da un lato lasciando la possibilità che nuove leve si affaccino e dall’altro non disperdendo le professionalità esistenti, ma convogliandole altrove.
Occorre darsi un dies a quo e farlo in modo certo, chiaro e una volta per sempre. Per noi quella data è perlomeno dalla data di operatività effettiva dell’INL e non certamente dopo, se vogliamo davvero iniziare ad avviare un percorso di trasformazione anche culturale e non prenderci in giro.
Abbiamo nuovamente contestato la graduazione degli incarichi, anche perché rischia di rappresentare una pericolosa ipoteca sulla successiva contrattazione, che dovrà occuparsene.
Infine, abbiamo chiesto che un minimo di trasparenza vi sia anche rispetto all’attribuzione dei team. In tal caso, senza immaginare procedure particolarmente pesanti, basterebbe prevedere che nel momento in cui il dirigente intende procedere all’attribuzione di uno o più team, lo comunichi al personale mediante un interpello interno alla sede, dando un termine per la presentazione delle domande, che sarà lui stesso a vagliare, tramite curriculum o eventuale colloquio. Questo consentirebbe almeno di dare pari opportunità e trasparenza.
Il terzo argomento all’ordine del giorno è stata la presentazione della direttiva sugli incentivi per le funzioni tecniche. Quanto al metodo, abbiamo contestato che la direttiva possa essere oggetto di sola informativa; in senso opposto va un recentissimo parere ANAC, il quale prevede che ai sensi dell’art. 1, comma 4, lett. b) del codice dei contratti pubblici, l’attribuzione degli incentivi debba avvenire secondo modalità previste dalla contrattazione collettiva.
Ad ogni modo, l’Amministrazione ha chiarito che finora non ha stanziato le relative somme e che il personale interessato per ora sarebbe comunque di pochissime unità. Si è però impegnata ad avviare un processo di coinvolgimento di varie unità. In proposito, abbiamo evidenziato come possa essere utile incrociare questa fase con quella relativa ai profili di ruolo, che pure dovremo andare a discutere, così come sarà importante avviare un’attività di formazione su questo tema, così da avere personale pronto a occuparsi di una materia così complessa e delicata e garantire ampia partecipazione.
Abbiamo poi chiesto che le OO.SS. ricevano un prospetto a consuntivo per conoscere il totale delle somme ripartite e il numero di unità destinatarie, al fine di verificare che vi sia stata una omogenea ripartizione degli incentivi tra gli addetti.
Infine, un inciso: la normativa in materia prevede che con il 20% delle somme accantonate l’ente acquisti beni e tecnologie per l’efficientamento informatico e l’implementazione delle banche dati. Ora, considerato che le somme per tali finalità sono già accantonate e utilizzate da INL (e su questo stendiamo una coperta pietosa), crediamo che possano essere meglio utilizzate secondo quanto dispone il successivo comma 7 dell’art. 45 del codice dei contratti pubblici: “Una parte delle risorse di cui al comma 5 è in ogni caso utilizzata:
per attività di formazione per l’incremento delle competenze digitali dei dipendenti nella realizzazione degli interventi;
per la specializzazione del personale che svolge funzioni tecniche;
per la copertura degli oneri di assicurazione obbligatoria del personale”.
Questo darebbe un vero segnale di inversione di tendenza e magari, a differenza di quanto accade con i fondi del decreto incentivi al personale ispettivo destinati all’acquisto di beni strumentali, potremmo anche sapere come sono stati effettivamente spesi.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |