Si è svolto ieri pomeriggio il confronto tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione in merito al nuovo sistema di misurazione e valutazione delle performance. Nel corso dell’incontro è stata presentata una simulazione volta a spiegare come il nuovo modello potrebbe adattarsi su alcuni territori presi a campione, nel dettaglio: Cagliari e Lucca.
L’Amministrazione ha precisato che, su sollecitazione delle parti sindacali, anche la consulenza dovrebbe essere valorizzata nel 2024, in termini del 3% forfettario rispetto al definito.
Come FP CGIL abbiamo dovuto ribadire la nostra posizione, non essendo emerse nuove indicazioni rispetto all’ultimo incontro. La documentazione, esibita in riunione ma non ancora trasmessa alle rappresentanze, non consente infatti di sciogliere i dubbi che abbiamo evidenziato nelle settimane passate: ci aspettavamo, ad esempio, una simulazione estesa a tutto il territorio nazionale, che rappresentasse in proiezione successi e insuccessi del modello; Lucca e Cagliari, pur elevate a riferimento, non possono essere considerate casistiche esaustive, in quanto non rappresentative di tutti i differenti contesti territoriali e dimensionali. Così non è stato.
Quanto al merito, anche volendo condividere l’idea di superare il 124 e apprezzando la cornice operativa sempre richiamata dall’Amministrazione (volontà di tracciare la produzione automatizzata, attenzione al cittadino, sistema che consenta di attivare elementi di manutenzione, orientamento agli obiettivi), restiamo fortemente perplessi sull’impatto che il nuovo modello sembra delineare.
In particolare temiamo che la distinzione tra prodotti “STAR” – unici rilevanti ai fini del calcolo della produttività – e prodotti posti fuori da questo catalogo possa determinare pericolosi effetti a catena.
Abbiamo fatto riferimento, a titolo d’esempio, ai mutui ipotecari della Gestione pubblica, menzionando il tema delle morosità. Un’attività, questa, fuori dalla misurazione STAR. Se per un verso si tratta di un volume irrisorio di “pezzi” coinvolti e di un’attività che non produce valore per i cittadini interessati (debitori dell’istituto), considerato che gravitano attorno a questo segmento della produzione INPS decine di milioni di euro di crediti che l’Istituto può e deve recuperare, può essere questa tipologia di attività esclusa dal calcolo della produttività?
La risposta dell’Amministrazione è che tutto sarà tenuto insieme, perché il modello si ancora stabilmente all’indice di deflusso. E qui emerge la seconda criticità, poiché tale indice non tiene conto del volume di pervenuto, mettendo sullo stesso piano sedi che hanno caratteristiche e volumi di attività differenti e prescindendo completamente dalle relative dotazioni di risorse umane.
Ma c’è di più: perché l’indice di deflusso diventa un elemento cardine anche per accedere alla sussidiarietà. Così facendo saranno proprio le sedi più bisognose del supporto, in termini di squilibrio di risorse rispetto ai carichi di lavoro, che rischieranno di essere escluse. Ecco perché abbiamo segnalato, ancora una volta, l’esigenza di adeguati correttivi al sistema.
Abbiamo, quindi, chiesto all’Amministrazione di dare una documentazione organica sul sistema immaginato, anche perché così è difficile comprendere come sarà stimato lo sforzo lavorativo delle colleghe e dei colleghi. La produttività viene ponderata sulla base di un numeratore tarato sui prodotti STAR, ma in rapporto a un denominatore che comprende la totalità delle colleghe e dei colleghi di sede. Qualcosa non torna.
Pur apprezzando la negoziazione con i territori, infine, resta un’obiezione di fondo: la differenziazione degli obiettivi di produttività potrebbe implicare una richiesta diversa degli sforzi a seconda del quadro territoriale di riferimento. Se questo, da un lato, potrebbe consentire di affrontare situazioni patologiche, dall’altro potrebbe determinare una richiesta di ulteriore lavoro per le sedi produttive, spostando il traguardo sempre un po’ più in là, stressando le colleghe e i colleghi e determinando una situazione di incertezza.
Per i dirigenti, in particolare, gli scarni elementi forniti sul nuovo Indicatore Sintetico Di Qualità E Valore Pubblico non consentono allo stato di esprimere valutazioni approfondite e/o proposte migliorative.
Quanto ai professionisti e ai medici, infine, l’Amministrazione ha affermato di voler lavorare alla definizione di una reportistica utile per il monitoraggio delle attività, rinviando però ogni ragionamento ai tavoli tecnici che saranno attivati nel 2024.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo