Siamo alle solite: in questi giorni il Cloud dell’INL continua a non funzionare. Ciliegina sulla torta, anche il protocollo informatico ha smesso di funzionare perché – così pare – a seguito della riorganizzazione occorre intervenire sulle varie cartelle condivise e migrarle, considerando la creazione di nuove Direzioni Centrali, l’accorpamento di alcune sedi e lo scorporamento di altre.
Un meccanismo che ricorda il famoso “facìte ammuina” di borbonica memoria: far vedere che si fa movimento, mentre tutto resta assolutamente com’era.
Nel frattempo, cosa deve fare, ad esempio, chi deve mandare fuori atti con scadenze? E chi deve accedere al sistema delle comunicazioni di assunzione? E chi deve protocollare?
Niente, si arrangiassero. Problemi loro, non nostri.
Un’Amministrazione seria e rispettosa dei propri lavoratori, oltre ad avvertirli dei futuri possibili disagi – oramai quotidiani – cui sarebbero potuti andare incontro, avrebbe potuto tutelare i propri dipendenti, ad esempio scrivendo che sarebbero stati tenuti indenni da eventuali responsabilità, a causa di questa sospensione del servizio.
Del resto, un’Amministrazione seria e rispettosa dei propri lavoratori sarebbe intervenuta a tutela dei propri lavoratori, per difenderli rispetto al caso di Bari, ad esempio spiegando che non è compito di un funzionario decidere se applicare o meno certe norme, ma solo eseguirle e sarebbe intervenuta prevenendo le polemiche, non mettendo la testa sotto la sabbia, lasciando i propri lavoratori sbeffeggiati e vilipesi.
Un’Amministrazione seria e rispettosa dei propri lavoratori non prevede l’efficacia di nuove nomine dirigenziali il 6 novembre, senza che la sera del 2 ancora non si sappia nulla.
Ma è la ferrea logica dei Marchesi del grillo: mi spiace, ma voi non siete un …
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL Matteo Ariano |