Roma, 26 ott – “In merito al tragico incidente che ha coinvolto in Sardegna la dottoressa Patrizia Incollu e l’assistente capo coordinatore Giuseppe Fois, che ha lasciato sgomenti tutti gli operatori penitenziari, questa organizzazione sindacale desidera portare alla Sua attenzione le preoccupanti condizioni lavorative in cui operano anche i dirigenti penitenziari”.
E’ quanto si legge in una lettera inviata al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Presidente Giovanni Russo, dal coordinatore nazionale per la dirigenza penitenziaria di Fp Cgil, Carla Ciavarella.
“La dottoressa Incollu, da quando ha assunto servizio nel 1997 in Sardegna, ha sempre diretto un istituto penitenziario assumendo la reggenza di almeno un altro istituto; da anni percorreva la strada luogo dell’incidente, dividendosi tra una direzione d’istituto e l’altra senza soluzione di continuità e senza alcun vantaggio professionale né tanto meno economico. Questa modalità operativa non è stata mai tutelata, mai presa in seria considerazione, mai rispettata. Al contrario, spesso è stata nascosta e svilita. Gli incarichi di reggenza – osserva ancora Ciavarella – non comportano alcuna indennità aggiuntiva, anzi i colleghi spesso vengono richiamati a contenere le ore di lavoro straordinario (max 20 ore) per incapienza di fondi. Nessuna indennità di missione viene elargita, nessuna indennità di reperibilità ma l’obbligo di giustificare l’orario di servizio e gli spostamenti da un istituto all’altro”.
“Disciplina – si legge ancora nella lettera – che nessun altro dirigente di altra amministrazione è obbligato ad osservare. La dirigenza penitenziaria è l’unica dirigenza di diritto pubblico priva di accordo negoziale che declini diritti e prerogative di questi lavoratori. Ogni anno la Funzione pubblica comunica con decreto la composizione della delegazione di parte pubblica e di parte sindacale autorizzata a sedere al tavolo, ma questo tavolo non si convoca mai. Noi di Fp Cgil siamo l’unica organizzazione sindacale che chiede a grande voce l’apertura del tavolo negoziale nella consapevolezza che questa è la sola unica strada percorribile per tutelare la dirigenza penitenziaria”.
“I tragici eventi non consentono più rinvii e questa Organizzazione sindacale si rivolge direttamente a Lei, Presidente, quale vertice di questa Amministrazione per chiedere ancora una volta e a gran voce l’immediata convocazione del tavolo negoziale per la firma del primo contratto per la dirigenza penitenziaria”, conclude la lettera.