Roma, 14 lug – “Il sottosegretario al Ministero della Giustizia Delmastro, rispondendo ad una interrogazione parlamentare del deputato Pittalis, ha affermato che ‘l’intendimento di questo Governo è quello […] di giungere alla stabilizzazione di una parte degli Addetti all’ufficio per il Processo’ e che ‘con specifico riferimento alla durata dei contratti, in sede di revisione del PNRR l’Amministrazione ha proposto all’Unità di Missione di fare proseguire l’attività dei medesimi sino al 30 giugno 2026’”. Come Fp Cgil riteniamo che, ancora una volta, da parte dei rappresentanti del governo giungono solo dichiarazioni di intenti ma nessuna risposta concreta”.
Lo scrive in una nota Funzione pubblica Cgil.
“Sembra ormai consapevolezza di tutti, parlamentari, rappresentanti di governo, amministrazione, che l’Ufficio per il Processo non può esaurire la propria funzione con la realizzazione degli obiettivi del PNRR, diventando quindi una struttura stabile del Ministero della Giustizia. Del resto, la nascita dell’UPP era già prevista dal 2012. Da tempo, in sintonia con le lavoratrici e i lavoratori dell’Ufficio per il Processo – scrive ancora Fp Cgil – chiediamo al governo di assumere pienamente l’impegno al consolidamento a regime dell’Ufficio per il Processo e, conseguentemente, procedere alla stabilizzazione degli attuali Funzionari addetti all’UPP. Ci sono noti i vincoli del progetto finanziato dall’Europa con la Missione PNRR e, proprio per questo, chiediamo di uscire fuori dalla retorica e dare con chiarezza le risposte che servono a chi oggi sta realizzando gli obiettivi tra mille difficoltà”.
Fp Cgil ricorda che “dal 1° gennaio 2023 il Ministero della Giustizia avrebbe dovuto procedere all’assunzione di 1.500 unità per rafforzare strutturalmente l’ufficio del processo [DL n. 151/2022]. Ci chiediamo se il Governo sia disponibile a bandire quei 1.500 posti prevedendo intanto il riconoscimento dell’attività già svolta per l’UPP per permettere così ad una prima parte degli attuali Funzionari di essere assunti a tempo indeterminato, poi di individuare le risorse rimanenti necessarie per garantire la stabilizzazione di tutto il personale assunto a seguito del primo bando del Ministero della Giustizia per il contingente di 8.171 unità, oltre 300 milioni di euro”.
“Al governo – si legge ancora – chiediamo di sapere se ha un piano B nel caso in cui la Commissione Europea non dovesse accettare di rinegoziare il progetto finanziato, prorogando i contratti degli attuali funzionari fino al termine del PNRR. Inoltre, chiediamo all’esecutivo se intenda inserire nel DL PA 2, attualmente in fase di conversione in legge, una norma che autorizzi la stabilizzazione dei Funzionari addetti all’Ufficio per il Processo dalla cessazione dei contratti attualmente in essere o quantomeno ne proroghi i loro contratti fino al termine dei progetti PNRR per la successiva stabilizzazione”, conclude Funzione pubblica Cgil.