Una rete europea dei sindacati che contrasti tutti i fascismi e, in questa cornice, inneschi una grande mobilitazione sulle grandi emergenze sociali: sanità, contrasto alle privatizzazioni, investimento su un numero maggiore di assunzioni e sugli aumenti salariali per contrastare l’inflazione a due cifre che impoverisce lavoratori e lavoratrici dei servizi pubblici. Sono alcuni dei temi che sono stati al centro di un vertice dei sindacati dei servizi pubblici dei Paesi del gruppo Mediterraneo (Spagna, Italia, Portogallo, Cipro e Israele, invitati rappresentanti del collegio Francia e Benelux ed il segretario generale di Epsu, federazione europea servizi pubblici) che, il 26 e il 27 giugno a Madrid, si è concentrato su questo percorso di mobilitazione delineato dal sindacato confederale europeo (Ces), iniziativa che risponde anche all’esigenza di contrastare un ritorno alle misure di austerità in seguito alla revisione del patto di stabilità e della governance economica da parte della Commissione. “Il pericolo nei singoli Stati e in Europa è quello della prevalenza di politiche economiche e sociali che aumentano la disuguaglianza sociale attraverso la privatizzazione dei servizi pubblici, l’indebolimento della sicurezza sociale, il definanziamento della sanità e dei servizi fondamentali”, ha spiegato la Segretaria generale di Funzione pubblica Cgil Serena Sorrentino nel corso del dibattito che ha affrontato anche una panoramica dettagliata della situazione delle vertenzialità dei singoli Paesi e approfondito gli scenari economici internazionali.
“L’attacco al lavoro passa dall’aumento della precarietà, dal mancato rinnovo dei contratti, dai salari bassi, e nessun piano straordinario di assunzioni. Le esternalizzazioni stanno indebolendo le reti sociali pubbliche che possono dare risposte alle fasce della popolazione più deboli. Lo stato sociale privatizzato discrimina in base alla condizione economica”, è il suo allarme.
Sorrentino ha auspicato “un maggior dialogo sociale e maggiore partecipazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali sulle riforme necessarie a garantire redistribuzione della ricchezza, nonché potenziamento dei servizi pubblici per rilanciare il modello sociale europeo improntato allo giustizia sociale, alla pace e alla solidarietà”.
Il panorama europeo, purtroppo, appare sempre più a tinte fosche: “L’avanzata dell’estrema destra, l’attacco in tutta Europa ai diritti civili, sociali e di cittadinanza preoccupano le forze di rappresentanza del lavoro pubblico anche dal punto di vista democratico: il Parlamento europeo è chiamato a fare scelte sul budget e il superamento dell’austerity che sono messe in discussione dal Patto di Stabilità. Non sarà indifferente quale maggioranza sarà determinata con le prossime elezioni viste le proposte di modifica costituzionale che l’estrema destra propone a livello nazionale e che potrebbero avere effetti su processo di integrazione europea”.
La Segretaria generale ha così avanzato la proposta di Fp Cgil: “guardare a soglie di garanzia nel finanziamento dei servizi essenziali che garantiscano qualità del lavoro e qualità dei servizi alla cittadinanza. Lavoratori dei servizi pubblici e cittadini sono alleati in questa battaglia per una società più giusta e più equa in tutti i Paesi europei, una politica fiscale progressiva e politica sociale universale e inclusiva, come paradigma di modello sociale che contrasti gli egoismi sociali e torni a rendere concreta la scelta della solidarietà tra generazioni, classi sociali, provenienza geografica”.
Nel corso del vertice è stata approvata una apposita risoluzione, di seguito il testo.
Risoluzione dei Sindacati del Mediterraneo 26-27 giugno 2023
L’Europa e l’arco del Mediterraneo si trovano in una situazione difficile, a causa
della crisi economica causata dalla pandemia e della guerra che imperversa nel
cuore del continente.
La crisi economica ha avuto un grave impatto sui lavoratori, con un forte aumento
del costo della vita e salari insufficienti a far fronte all’inflazione.
I governi europei e l’UE sembrano non aver imparato nulla dalla pandemia, che ha
evidenziato l’importanza e la necessità dei servizi pubblici; la sanità pubblica in tutti
i Paesi europei e nel mondo è stata messa a dura prova, ma è stata l’unico
baluardo contro la pandemia, anche a costo della vita delle persone che lavorano
nel settore.
Quanto fatto durante la pandemia dai servizi sanitari dei diversi Stati, e dai servizi
pubblici che non hanno mai smesso di fornire servizi ai cittadini, ha dimostrato che i
servizi pubblici non possono essere considerati un costo ma un investimento
virtuoso che restituisce valore sociale, migliorando la vita dei cittadini, e uno
strumento fondamentale per la riduzione delle disuguaglianze.
I sindacati che firmano questa risoluzione sostengono quindi con convinzione la
decisione adottata al congresso della CES per una mobilitazione europea volta a
impedire il ritorno alle misure di austerità in seguito alla revisione del patto di
stabilità e della governance economica da parte della Commissione.
La risoluzione afferma chiaramente che c’è il rischio di spingere i nostri sistemi
nazionali verso politiche restrittive che ostacolano i necessari investimenti
economici e sociali, e che è necessario che tutti i sindacati europei si mobilitino per
investire in servizi pubblici di qualità che garantiscano i diritti delle cittadine e dei
cittadini, la sanità, l’assistenza e i servizi pubblici.
I sindacati firmatari uniscono le loro lotte in difesa dei servizi pubblici alla grande
mobilitazione europea della CES, alla quale parteciperanno insieme all’Epsu.
I servizi pubblici, in quanto portatori dei diritti di tutte le cittadine e i cittadini, devono
essere difesi in tutta Europa e nel mondo e, con questa risoluzione, i firmatari si
impegnano, anche in vista del prossimo Congresso di Epsu, a difendere un servizio
pubblico efficiente, nonché a difendere il diritto alla contrattazione collettiva, al
dialogo sociale, a salari adeguati e condizioni di lavoro dignitose.
Il Gruppo del Mediterraneo ritiene importante la questione della crescita
associativa, che è una responsabilità di tutte le organizzazioni nazionali, ma che
deve essere promossa anche attraverso Epsu, a tutti i livelli e con tutti i mezzi,
soprattutto promuovendo la contrattazione collettiva e i contratti collettivi nazionali.
In Europa e nel mondo soffiano venti di destra che colpiscono i diritti dei cittadini,
dei migranti e della comunità LGBTIQ+.
I firmatari si impegnano quindi, anche nell’ambito di Epsu, a rilanciare la rete
Eucare dei lavoratori dell’accoglienza e a lottare contro le violazioni dei diritti civili a
tutti i livelli.
Pertanto, lo Stato sociale ed il welfare in Europa e nell’arco mediterraneo, nato
dopo la seconda guerra mondiale e basato su servizi pubblici universali, accessibili
a tutte le cittadine e i cittadini e in grado di rispondere ai bisogni fondamentali e alle
aspettative della popolazione, è un diritto consolidato che le politiche neoliberiste
esercitate in modo radicale negli ultimi 15 anni hanno deteriorato soprattutto
attraverso un finanziamento carente nelle leggi di bilancio e attraverso un cronico
sottofinanziamento relativo al personale necessario per il corretto funzionamento di
questi servizi pubblici.
Tutto ciò ha portato gradualmente a una riduzione del grado di soddisfazione dei
cittadini nei confronti dei servizi essenziali, che ha aperto la strada all’espansione
dei servizi privati, sia quelli finanziati tramite contratto o esternalizzati dai bilanci
statali, sia quelli forniti direttamente dai settori che potevano permettersi di pagarli,
aumentando ulteriormente le disuguaglianze sociali.
Di fronte all’avanzata nel nostro continente e nel mondo di ideologie di estrema
destra, che accentuano l’individualismo escludente e combattono gli sforzi collettivi
per il progresso della società nel suo complesso, come movimento sindacale
europeo, e in particolare come organizzazioni che difendono i diritti dei lavoratori
nei servizi pubblici, riteniamo che sia necessario e urgente un cambiamento nelle
politiche che faccia sì che dalle istituzioni europee e da ciascuno degli Stati europei
si sviluppino politiche che proteggano e rafforzino i diritti delle cittadine e dei
cittadini, e pertanto proponiamo un PATTO SINDACALE EUROPEO PER I
SERVIZI PUBBLICI.
Un impegno comune da riaffermare e rilanciare, anche al prossimo congresso di
Epsu e in vista delle elezioni europee, è infatti quello di contrastare l’avanzata
dell’estrema destra, che da anni sta facendo arretrare l’intera Europa e il mondo,
con politiche economiche regressive volte a privatizzare i servizi pubblici e ad
aumentare i profitti riducendo il perimetro sociale dello Stato.
I sindacati firmatari condividono la volontà di portare avanti le richieste qui
condivise anche all’interno di Epsu e al prossimo congresso, dando il loro
contributo a:
1. Una forte difesa dei servizi pubblici, del loro valore sociale, di fronte alla
privatizzazione e agli attacchi delle multinazionali.
2. La difesa di una contrattazione collettiva sempre più forte in tutta Europa e
nell’arco del Mediterraneo, per un dialogo sociale a livello nazionale ed europeo
che non veda gli Stati e la Commissione tirarsi indietro.
3. Per una riforma della governance che riconosca il pubblico come un valore, non
come un costo, e che garantisca i diritti e i servizi fondamentali.
4. Per nuove assunzioni di personale per garantire un organico e servizi adeguati
5. Per salari adeguati, per il rinnovo dei Contratti nazionali e per la difesa dei diritti
fondamentali e sociali dei cittadini.
6. Per una difesa del potere d’acquisto reale dei salari, minacciato anche da
decisioni unilaterali degli organismi europei, come l’aumento dei tassi di interesse
su prestiti e mutui.
7. Per un’Europa di pace che ripudia la guerra e si impegna in una forte azione
diplomatica, che è solidale e non si chiude in una fortezza e che garantisce canali
umanitari per le migrazioni.
8. Contro l’avanzata delle destre e una cultura dell’arretratezza che viola i diritti civili
e sociali delle persone
9. Per leggi di bilancio e misure fiscali che garantiscono le politiche pubbliche di
assistenza e lo stato sociale.
10. Per la garanzia di appalti pubblici che rispettino i diritti dei lavoratori,
promuovano clausole sociali e rispettino la contrattazione collettiva.
11. Inoltre, il Gruppo Mediterraneo richiama l’attenzione sulle nuove tecnologie e
sui metodi dell’Intelligenza Artificiale (AI). Naturalmente, dobbiamo utilizzare questi
nuovi strumenti come parte delle nostre attività a livello locale, settoriale e
nazionale, sempre nell’ottica del miglioramento dei servizi pubblici per evitare la
privatizzazione e perseguendo la garanzia che non ci siano perdite di posti di
lavoro.