Da troppo tempo, ormai, il settore medico di questo Istituto subisce continue ingerenze, anche di natura tecnico-professionale, da parte dell’Amministrazione. Si dice come e quando fare un verbale agli atti, quanto deve durare una visita, quando mettere una revisione. Si tratta, cioè, il servizio svolto alla stregua di una consulenza standard.
Siamo noi i medici o loro?
C’è chi in Italia calendarizza anche 25 visite a commissione e invece di stigmatizzare questi comportamenti l’Amministrazione li prende come esempi virtuosi. Ci chiediamo quale sia la qualità di questi verbali. A qualcuno importa? La funzione svolta dai medici dell’Istituto è essenziale: essi garantiscono, nell’esercizio della loro azione, i reali diritti alla cittadinanza. Dietro la redazione di un verbale non c’è solo la responsabilità amministrativa, civile e penale, di chi lo redige. C’è il cittadino: persone, non meri numeri.
Nonostante le recenti assunzioni, auspicate e tardive, i medici sono pochi in rapporto al lavoro da svolgere. E sull’attività stessa il quadro non è affatto incoraggiante:
le procedure informatiche si bloccano in continuazione e i computer assegnati sono nella maggior parte dei casi vetusti e lenti;
il Coordinamento Generale Medico Legale, deputato all’organizzazione sia tecnica che scientifica dei CML sparsi sul territorio, è stato di fatto esautorato dalle sue funzioni, diventando una succursale delle sedi romane. I loro medici, costretti a turni scritti su un pezzo di carta, sono esposti in una stanza aperta al pubblico. Il lavoro istituzionale dei Coordinamenti Centrali di fatto è quasi azzerato;
la libera professione, che anche il recente CCNL prevede materia di contrattazione, è autorizzata sul territorio a macchia di leopardo, regolata in alcuni casi da circolari francamente impresentabili;
i medici INPS rimangono gli unici medici nel contesto nazionale a non avere l’attività intramoenia e l’indennità di esclusività. Nel mentre, però, aumentano le incombenze professionali (CMV del MEF).
Nonostante tutto questo, tra mille difficoltà, i colleghi in Italia cercano di impegnarsi al massimo delle loro possibilità, con abnegazione e spirito di sacrificio. Anche i medici romani, su cui grava un carico di lavoro mostruoso, hanno dato e danno quotidianamente prova di grande impegno, essendo aumentata la produttività con risultato raggiunto al 100%.
Cosa si è ottenuto in cambio? Una decurtazione importante della retribuzione di risultato!
Se l’INPS vuole rendere un vero servizio alla cittadinanza, deve avviare una riflessione corale sul percorso da seguire. Riteniamo sia obbligo dell’Amministrazione convocare un tavolo urgente di confronto sindacale, una richiesta trasmessa lo scorso 22 maggio e rimasta senza esito. È necessario mettere all’ordine del giorno i seguenti punti:
FP CGIL Antonella Trevisani Francesco Reali |
UIL PA Sergio Cervo Gian Paolo Cioccia |