Roma, 25 mag – “Non è un problema risolvibile con le comparazioni pubblico-privato: ci sono la scarsa flessibilità organizzativa e le condizioni di lavoro che determinano una diversa attrattivita’ tra pubblico e privato, e poi c’è una questione che riguarda i profili professionali e tecnici che, diversamente dagli amministrativi, hanno una diversa spendibilità nel privato. In ogni caso il CCNL 19/21 ha dato prima risposte, quindi è ancora più incomprensibile il blocco della contrattazione”.
Lo afferma in una nota la segretaria generale di Funzione Pubblica Cgil Serena Sorrentino commentando i dati Aran sulle retribuzioni del pubblico impiego.
“Lo studio prende in esame 2 contratti, funzioni centrali e funzioni locali, e diverse amministrazioni delle funzioni centrali (ministeri e agenzie). Le sperequazioni tabellari confermano la nostra battaglia storica sul consolidamento di voci nel trattamento fondamentale che potrebbero incrementare i tabellari aumentando così le retribuzioni medie troppo basse. In particolare – spiega Sorrentino – la forbice tra il comparto delle funzioni locali e centrali e’ ancora più critica se guardiamo il peso della componente accessoria pari al 14% (percentuale del variabile sul fisso) nei centrali, 17% per le Agenzie fiscali e 27% nei locali che risente del tetto imposto dall’art. 23 del decreto 75/17 che blocca il tetto di spesa dei fondi al dato storicizzato del 2018. Abbiamo conquistato l’implementazione dello 0,22 ma appare evidente che di fronte al blocco della contrattazione per il mancato finanziamento del CCNL 22/24 e i tetti di spesa aumenteranno la distanza con i settori privati che stanno in parte recuperando l’inflazione nei loro rinnovi”.
“Per questa ragione – aggiunge ancora Serena Sorrentino – chiediamo che gli aumenti contrattuali si facciano carico di incrementi sul tabellare che recuperano l’inflazione e vadano sopra ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato), cancellare il tetto di spesa per il salario accessorio liberando per questa via la leva della produttività e degli incarichi per la valorizzazione professionale e rifinanziare fino all’1% il nuovo sistema di inquadramento per fare in modo che, come sottolinea lo studio, quelle componenti di maggiorazione stipendiale come i differenziali economici e gli incarichi possano essere uno strumento aggiuntivo alla riqualificazione di tutto il personale attraverso un corretto inquadramento in applicazione di ciò che hanno definito i contratti. Ci vuole un salto nella crescita della retribuzione ma anche un processo di armonizzazione delle sperequazioni esistenti, a parità di ruoli e funzioni, in ragione solo del tipo di amministrazione”.
Per Sorrentino, “la vera differenza tra pubblico e privato non è solo evidenziata prendendo a riferimento la retribuzione relativa al trattamento fondamentale (voci fisse della retribuzione) ma sul peso della contrattazione di parte accessoria e sulla dinamizzazione delle carriere. Nel pubblico infatti tra vincoli di spesa, impossibilità di contrattare l’organizzazione del lavoro per vincoli normativi, e progressioni sia orizzontali che verticali che solo con il dl 80 e i CCNL 19/21 abbiamo reso più flessibili ma che comunque sono sempre più rigide del settore privato, registriamo la vera fondamentale differenza”.
“Il Ministro – conclude la segretaria generale – non si è mai confrontato ad oggi con le organizzazioni sindacali, almeno con la FP CGIL, su questi temi come sul rinnovo del contratto ma per noi sono punti fondamentali di rivendicazione. I nuovi assunti delle Pa ci chiedono non solo più salario ma anche più valorizzazione, richieste non diverse dai dipendenti che da anni sono nelle pubbliche amministrazioni. E’ ora di dare risposte e completare la contrattualizzazione delle pubbliche amministrazioni”.