Bene stabilizzazione precari ricerca sanitaria, ma sarà di nuovo far west sui gettonisti
“Una luce e tante ombre negli emendamenti approvati al DL 34/2023 (decreto Bollette) da parte delle Commissioni riunite Finanze e Affari sociali della Camera. La notizia positiva riguarda il percorso di stabilizzazione del personale precario della ricerca sanitaria pubblica (IRCCS e IZS): si concretizza per la prima volta un risultato che come FP CGIL abbiamo costantemente cercato di raggiungere in questi anni. Abbiamo infatti più e più volte denunciato la condizione di precarizzazione sistematica adottata per decenni nei confronti di questa particolare categoria di lavoratori della sanità pubblica. Questa volta l’emendamento approvato riporta le firme di quasi tutti i gruppi politici presenti nelle Commissioni, e questo ci fa ben sperare sul fatto che finalmente possa essere votato dal Parlamento”.
Lo scrive in una nota Funzione Pubblica Cgil.
“Quanto alle ombre, la categoria aveva formulato diverse ed ulteriori proposte emendative per correggere alcuni elementi di criticità che abbiamo riscontrato nel testo del Governo ma, purtroppo, riteniamo che il testo uscito dall’esame delle Commissioni sia peggiorato in diversi punti. Segnaliamo in particolare – prosegue Fp Cgil – l’estensione del campo di applicazione delle procedure di affidamento, che nella proposta iniziale erano state ristrette ai soli servizi di emergenza-urgenza proprio per affrontare la questione dei “gettonisti”, tornano ora ad essere applicabili a tutti i servizi medici e infermieristici; l’introduzione di alcune deroghe sull’applicazione delle nuove disposizioni, ad esempio per gli affidamenti a operatori economici che hanno come scopo ‘la riqualificazione di strutture sanitarie o presidi ospedalieri pubblici’, con ciò potenzialmente autorizzando l’esternalizzazione di interi reparti e strutture”.
“Quanto all’introduzione dei presìdi delle forze dell’ordine nelle strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate dotate di servizi di emergenza-urgenza – si legge ancora nel comunicato – i requisiti previsti che fanno riferimento ‘al bacino di utenza e al livello di rischio della struttura’ appaiono estremamente vaghi, e per l’ennesima volta non si risponde alla nostra richiesta di responsabilizzare le strutture nelle attività di prevenzione degli episodi di violenza e di sostegno al personale vittima delle aggressioni”.