Si è svolto nella giornata di ieri il confronto sul tema in oggetto tra le organizzazioni sindacali e una delegazione di parte pubblica in rappresentanza di tutti i dipartimenti del Ministero della Giustizia, ad eccezione del Dipartimento per la transizione digitale, l’analisi statistica e le politiche di coesione.
Proprio su quest’ultima assenza la FP CGIL ha espresso forte dissenso considerato l’argomento in discussione, strettamente legato alle competenze del Dipartimento assente. Una delle tante criticità dell’attuazione del lavoro agile, è infatti il grave ritardo sulla digitalizzazione e l’informatizzazione. Non viene fatta la formazione e non vi è alcuna progettualità sugli obiettivi che il Ministero intende raggiungere.
In molti uffici mancano i portatili, le card e i lettori, l’assistenza da remoto è completamente assente, i sistemi informatici in uso risultano inadeguati e obsoleti: SIEPE presenta delle criticità e non è raggiungibile da remoto, CALLIOPE e SISM sono lenti e spesso si bloccano. A tale proposito abbiamo chiesto maggiori chiarimenti sulla nuova piattaforma MERCURIO, che dovrebbe sostituire CALLIOPE. Inoltre abbiamo evidenziato l’inadeguatezza della rete infrastrutturale che deve essere potenziata.
Nel dettaglio abbiamo chiesto di aggiungere una serie di attività “smartabili” per tutti i dipartimenti, di specificare sempre e comunque che la revoca non può essere comunicata meno di 30 giorni prima da parte del datore di lavoro, ai sensi del CCNL 2019/21 e di abolire la parte in cui si prevede che il lavoro in presenza sia sempre prevalente rispetto a quello agile. Inoltre per gli UNEP abbiamo chiesto di dare immediate disposizioni per l’avvio della Riforma Cartabia nello specifico l’avvio di quanto previsto dall’art. 492/bis.
Purtroppo in questo Ministero manca completamente la cultura del lavoro agile e su questo punto serve una netta inversione di tendenza, anche utilizzando la formazione per i lavoratori e la dirigenza, così come serve un cambio di marcia sul confronto per la contrattazione integrativa, dove dovrà essere previsto il lavoro da remoto, altro grande assente nel Ministero della Giustizia.
Abbiamo chiesto infine l’applicazione del co-working, strumento utile e necessario per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che consente di superare il pendolarismo, propedeutico al benessere organizzativo dei lavoratori e dell’ambiente.
Vi terremo informati sui futuri sviluppi della vicenda.
Per la FP CGIL Nazionale
Russo/Fuselli/Mascagni