Flash mob dei sindacati stamani a Roma per denunciare la grave situazione in cui versa il sistema socio-sanitario-assistenziale ed educativo italiano al collasso. Settore in cui aumentano e mutano i bisogni, i colpi di coda della pandemia continuano ad inficiare i servizi e gli stili di vita, l’inflazione crescente erode implacabilmente il potere di acquisto degli oltre 500mila lavoratori del comparto. Nel comparto si registra anche una grave carenza di personale tale da peggiorare le condizioni lavorative e da mettere a rischio la qualità dei servizi erogati.
Il blitz è stato organizzato dalle federazioni di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs in Piazza della Minerva nell’ambito del Convegno sul tema “Ddl anziani: verso una rete integrata di servizi tra domiciliarità e residenzialità”, promosso dalle associazioni datoriali di settore Agespi, Anaste, Aris e Uneba nella Sala Capitolare del Senato in presenza dei rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci e il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome Massimiliano Fedriga. A quest’ultimo le organizzazioni sindacali hanno inviato di recente una richiesta di incontro.
“In questo contesto i soggetti privatistici di varia natura che gestiscono i servizi di assistenza sono fermi sui rinnovi contrattuali. Tra questi esiste persino qualche associazione datoriale che pensa bene di recuperare competitività sulle spalle di lavoratrici e lavoratori, sottoscrivendo contratti pirata e scaricando di fatto sul personale i costi della crisi” stigmatizzano in un comunicato congiunto diffuso tra i partecipanti Michele Vannini della Fp Cgil, Franco Berardi della Cisl Fp, Aurora Blanca della Cisl Fisascat, Paolo Proietti della Uiltucs e Domenico Proietti della Uil Fpl.
Le federazioni di categoria in particolare puntano il dito contro “Anaste che nel mese di dicembre scorso ha sottoscritto con organizzazioni sindacali non rappresentative un Ccnl nettamente peggiorativo rispetto alle condizioni medie di contratti nazionali di settore già scaduti, dopo mesi di trattativa con Cgil, Cisl e Uil”.
“I risultati di questa operazione – prosegue la nota – sono retribuzioni da fame, carichi di lavoro insostenibili, peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro con tutele ridotte e un gap retributivo rispetto al settore pubblico di oltre il 30%”.
Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs dicono no alla carneficina dei diritti dei lavoratori del settore, no ai contratti pirata, no a condotte dilatorie nel rinnovo dei contratti nazionali e chiedono alle Istituzioni di riconoscere incrementi sulle tariffe per le prestazioni erogate ai soli soggetti datoriali che applicano Ccnl sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali maggiormente e comparativamente più rappresentative, escludendo dai sistemi di accreditamento regionali e dalle gare di appalto coloro che applicano contratti pirata.
La compatibilità e la sostenibilità economica non si scarica su lavoratrici e lavoratori come ha fatto Anaste. Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs ritengono inoltre che le altre Associazioni datoriali debbano prendere le distanze da queste condotte, emarginando tali Associazioni che fanno del dumping contrattuale la risposta ad una crisi del settore che dovrebbe avere come “cura” ben altre condotte riavviando tempestivamente i confronti volti ai rinnovi dei contratti nazionali scaduti.
Stesso lavoro, stessi diritti, stesso salario per i lavoratori dell’assistenza socio-sanitaria assistenziale ed educativa!
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