Nel Disegno di Legge Stabilità per il 2023 pochi spiccioli per la Cultura e nessun investimento sull’occupazione.
Se il buongiorno si vede dal mattino possiamo affermare che il nuovo corso politico inaugurato con il cambio di governo non è certo foriero di buone notizie per il Ministero della Cultura. Pochissime risorse incrementali destinate all’acquisto in prelazione di beni archeologici e monumentali, nulla per quel che riguarda le politiche del personale. Possiamo chiudere qui l’analisi delle misure di settore, la cui irrilevanza si somma con un insieme di misure generali che mortificano le aspettative salariali, individuando una sorta di indennità una tantum accessoria che sostituisce l’indennità di vacanza contrattuale e di conseguenza non costituisce salario fisso pur andando ad incidere sulla quota complessiva che si dovrebbe accantonare per il rinnovo del CCNL 2022/24 e di cui allo stato non c’è traccia. Aumento che andrà ad incidere percentualmente nella misura dell’1’5% dello stipendio (circa 22 euro mensili lordo dipendente) per il solo 2023. Questo a fronte di un tasso di inflazione che viaggia intorno al 13%, rendendo in questo modo vana la rincorsa salariale conseguente alla faticosa stipula dei CCNL ultimi. Se a questo aggiungiamo le misure fiscali volte a favorire esclusivamente il lavoro autonomo, il taglio delle rivalutazioni delle pensioni e l’aumento dei requisiti per il pensionamento anticipato e per l’opzione donna, la compressione della spesa sanitaria e l’abbattimento delle misure di contrasto alla povertà veramente non riusciamo a comprendere con quale faccia si rivendichi il carattere sociale di queste misure invece di riconoscerne gli effetti deleteri che produrranno sulle classi sociali più svantaggiate e sui lavoratori pubblici. Sempre per rimanere nel nostro campo ci saremmo aspettati ben altre dichiarazioni programmatiche da parte del nuovo Ministro. Ad esempio la necessità di riportare la spesa di bilancio sulla Cultura ai livelli europei, l’esigenza inderogabile di una programmazione occupazionale straordinaria già in questa legge di bilancio che riporti efficienza ed efficacia nei livelli di erogazione dei servizi ai cittadini, una difesa ed un rafforzamento dei presidi di tutela del patrimonio culturale sul territorio, un opportuno ripensamento di scelte organizzative che hanno finito di depauperare il già disastrato apparato ministeriale, un investimento straordinario volto a garantire la piena attuazione dei progetti del PNRR. Su questo poco o nulla. Invece dichiarazioni che denotano una continuità strategica assoluta con la precedente gestione: massimizzare le aperture dei luoghi della cultura solo in funzione del turismo di massa, con una visione del tutto economicistica della fruizione da attuarsi con un incremento dei prezzi dei biglietti di ingresso, quelli certamente da portare ai livelli europei. Sig. Ministro, il turismo genera economia non certo con gli incassi della bigliettazione ma con gli effetti che può produrre sulle filiere connesse rendendo attrattivo il patrimonio diffuso e non solo i tre o quattro siti già stressati oltremisura da una fruizione eccessiva. E il patrimonio culturale non è prerogativa esclusiva dei turisti danarosi, ma un bene costituzionalmente riconosciuto a tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito posseduto. Se da questo punto di vista nulla di nuovo sotto il sole, frenetico ci pare il tentativo di caratterizzare ideologicamente la gestione del ministero tramite l’utilizzo di uno spoil system che sembra del tutto basato sull’appartenenza politica. E anche in questo caso c’è una linea di continuità che persevera nel mortificare i tanto decantati criteri meritocratici in favore di tentativi palesi di orientare un pubblico servizio alle proprie convinzioni ideologiche. E, se questo è l’incipt, proprio non ci siamo. Come potete constatare, care lavoratrici e cari lavoratori, i motivi che hanno spinto la CGIL e la UIL a proclamare lo sciopero generale ci sono tutti e riguardano, esattamente come un anno fa, valutazioni rigorosamente incentrate sul merito. E queste valutazioni riguardano da vicino le prospettive di questo Ministero così importante e del lavoro pubblico. Per questi motivi vi chiediamo di partecipare compatti agli scioperi generali che si stanno svolgendo in questi giorni. Vi ricordiamo che, oltre agli scioperi già effettuati in Calabria, Sicilia e Umbria, oggi scioperano la Puglia, il Trentino, la Valle D’Aosta e il Veneto. Domani la mobilitazione riguarderà Abruzzo, Marche e Piemonte, venerdì 16 dicembre sarà la volta di Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. Scioperiamo compatti in difesa dei nostri diritti e del nostro salario!
Claudio Meloni Federico Trastulli
Fp CGIL Nazionale MIC Coordinatore Nazionale UIL PA MIC