FP CGIL MIC – CGT Culture: Il servizio pubblico culturale, un investimento per l’avvenire

21 Novembre 2022

CGT-Culture e FP CGIL da tempo sostengono l’idea che la cultura e il servizio pubblico culturale sono essenziali per il futuro e per la democrazia nelle nostre società, in Europa e nel mondo. La cultura è soprattutto l’incontro con l’altro!

In una società sempre più chiusa, minata dalle divisioni e dalla tentazione di andare verso politiche più autoritarie, affermiamo che la cultura e quindi le politiche culturali e il servizio pubblico culturale restano indispensabili per costruire un futuro sereno e libero.

Insieme riaffermiamo che la cultura non è né una merce né un supplemento dell’anima, ed è essenziale per incontrarsi, condividere e costruire un mondo, giusto, libero, sostenibile, diverso e felice, essenziale alla trasformazione sociale della società e alla democrazia.

La crisi che stiamo attraversando è una crisi ecologica, economica e sociale, ma è soprattutto una crisi sistemica, quella di un modello senza fiato – il capitalismo, un modello il cui danno allo sviluppo culturale, all’ambiente e agli esseri viventi è ora simile all’ecocidio.

Il progressivo declino della politica culturale pubblica a favore dei modelli privati ​​nella gestione dell’offerta culturale ha prodotto un fenomeno generale di dumping salariale, precarietà e perdita dei diritti dei lavoratori.

Se il futuro è fatto di tante incertezze, dobbiamo rimettere al centro della nostra azione la riconquista del principio stesso del servizio pubblico culturale nelle politiche pubbliche, ampliandone così il campo d’azione e costruendo insieme e democraticamente, in uno spirito di solidarietà, un’alternativa sostenibile.

Per raggiungere questo obiettivo, la CGT-Culture e la FP CGIL sono attivamente coinvolte nello sviluppo della democrazia culturale e nella campagna per politiche culturali pubbliche forti, chiaramente assunte dai poteri pubblici.

Per questo dobbiamo fornire i mezzi necessari, ma per anni tagli di bilancio e scelte politiche sbagliate hanno fatto sì che ci ritroviamo con i nostri ministeri indeboliti. In Francia dal 2015 sono stati persi quasi 2.000 posti di lavoro e in Italia ne mancano 8.000 per coprire i bisogni necessari.

Ciò comporta inevitabilmente una disintegrazione delle conoscenze e delle competenze e un notevole deterioramento delle condizioni di lavoro, mentre la precarietà e il dumping sociale stanno guadagnando terreno.

La competenza del personale dei nostri ministeri è di altissimo livello e non è in alcun modo frutto del caso. Questo è il risultato di un lavoro di lunga data di uomini e donne impegnati nella loro missione e di una politica e di una strategia che sono certamente antiche ma che hanno dimostrato il loro valore. Certamente questa valorizzazione professionale è esigente. Richiede una politica del personale che si inscrive in una visione strategica ministeriale delle carriere, dei lavori e delle professioni. Le competenze e le conoscenze acquisite dopo anni di pratica rimangono fragili. Sappiamo bene che ci vorrebbero anni per ricostruirli e che alcuni andrebbero persi per sempre se commettessimo l’errore di non garantirne la trasmissione e la durata. Allo stesso tempo occorrono scelte che favoriscano l’innovazione organizzativa, il riconoscimento delle professioni emergenti, la reinternalizzazione delle attività cedute all’esterno.

I nostri due sindacati sono impegnati a lavorare, sostenersi a vicenda e agire insieme per garantire che il lavoro e il ruolo del settore culturale siano rispettati e rivendicati.

Per questo, domandano ai loro rispettivi governi di agire e sbloccare i mezzi per :

un servizio pubblico culturale trasformato e rafforzato

lo sviluppo della democrazia culturale

il mantenimento e rafforzamento delle competenze

la creazione di posti di lavoro e l’apertura dei concorsi necessari ai bisogni e alla sostenibilità delle missioni

una adeguata e tempestiva programmazione dei fabbisogni professionali e occupazionali da garantire attraverso piani straordinari di nuove assunzioni, finalizzata anche ai fini di una opportuna trasmissione dei saperi e delle competenze tra i lavoratori

degli stipendi dignitosi all’altezza del costo della vita e che riconoscono il lavoro e che garantiscono la parità salariale e dei diritti tra tutti i lavoratori, uomini e donne, indipendentemente dal rapporto di lavoro e dall’appartenenza sessuale

delle condizioni di lavoro stabili e dignitose

le risorse veramente all’altezza delle sfide e dei bisogni

un nuovo modello di sviluppo sociale e culturale, partecipativo, solidale e sostenibile

I nostri due sindacati denunciano :

la precarietà, dumping sociale, privatizzazioni e sfruttamento spudorato dei dipendenti dei fornitori di servizi

La nostra lotta contro i modelli di mercificazione della cultura e contro il consumismo culturale deve oltrepassare i confini dei nostri paesi e acquisire una dimensione di lotta e di solidarietà internazionale a difesa di tutti i lavoratori dei servizi culturali pubblici.

CGT-Culture e FP CGIL MIC continueranno a dialogare e a costruire relazioni con i sindacati di tutta Europa e la Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici (EPSU) sui temi del servizio pubblico culturale e per l’unità del personale e di tutti i lavoratori.

Viva la cultura,
viva il servizio pubblico della cultura e i suoi lavoratori  e viva la democrazia sociale e culturale!

Parigi-Roma, il 21 novembre 2022

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